Scoperto che la presenza di pipì in piscina fa male ai polmoni, al cuore ed al sistema nervoso centrale.


Di recente un team di ricercatori canadesi dell'Università di Alberta, guidati da Lindsay Blackstock, tramite uno studio pubblicato un studio sulla rivista Environmental Science & Technology Letters ha scoperto la presenza di 75 litri di pipì all'interno di una piscina presa in esame proprio per verificare la cattiva abitudine di fare i bisogni nell'acqua che hanno i nuotatori. In pratica per effettuare le misurazioni gli scienziati hanno utilizzato un test che valuta la concentrazione di acesulfame potassico, un edulcorante artificiale presente in tanti prodotti alimentari e che ha una caratteristica precisa: viene smaltito attraverso l'urina rimanendo, di fatto, inalterato e quindi facile da individuare. Al riguardo la stessa Lindsay Blackstock ha spiegato: "Vorremmo che il nostro studio servisse a promuovere una maggiore educazione verso gli altri e a convincere i nuotatori ad uscire dall'acqua se hanno una necessità impellente". Infatti, come noto, quella di fare pipì in vasca è un'abitudine trasversale, che riguarda un po' tutti, anche i nuotatori professionisti: qualche anno fa, ad esempio, fece scalpore la dichiarazione dell'olimpionico Michael Phelps, il quale confessò candidamente di urinare in vasca durante gli allenamenti, dichiarando: "Penso che chiunque faccia pipì in piscina. Il cloro la rende innocua, quindi non è un problema". Ma in realtà non è così: alcuni composti dell'urina, (come l'ammoniaca e la creatinina), reagiscono con i disinfettanti come, appunto, il cloro producendo i cosiddetti "dibutilftalati", vale a dire sostanze che possono causare irritazioni oculari e respiratorie. Difatti a confermare la pericolosità del fenomeno è stato anche un altro recente studio condotto da alcuni ricercatori della China Agricultural University, in collaborazione con la Purdue University, e pubblicato sempre su Environmental Science & Technology Letters. In sostanza durante tale ricerca, grazie a dei test di laboratorio, gli scienziati hanno combinato l'acqua raccolta in alcune piscine con sostanze equivalenti, a livello chimico, al sudore ed all'urina umani. Così facendo hanno rilevato che il cloro reagisce alle sostanze chimiche secrete dall'organismo umano, (in particolare all'acido urico, contenuto proprio nella pipì), dando vita, appunto, a sostanze abbastanza pericolose per la salute dei polmoni e non solo. In tal proposito il team di ricercatori cinesi ha, infine, concluso spiegando: "La clorurazione dell'acido urico può incidere per larga parte con la formazione del cloruro di cianogeno nelle piscine, il quale può colpire i polmoni, il cuore ed il sistema nervoso centrale attraverso l'inalazione. Dato che l'introduzione dell'acido urico nelle piscine è attribuibile principalmente all'urina, queste scoperte indicano che potrebbero esserci importanti benefici all'acqua ed all'aria se i nuotatori migliorassero le proprie abitudini igieniche".

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