Dimostrato che la cannabis può causare psicosi.


A quanto pare il consumo di cannabis potrebbe aumentare il rischio dell'insorgenza della psicosi e delle sue recidive; o almeno questo è il nesso che ha rivelato di recente uno studio condotto da alcuni ricercatori del King's College London e pubblicato su JAMA Psychiatry. In pratica durante questo studio, nel quale sono state selezionate 220 persone di un'età media inferiore a 30 anni, i ricercatori hanno, appunto, scoperto che il consumo di cannabis in soggetti che avevano subito un primo episodio psicotico è associato ad un aumento del rischio di recidive. Al riguardo Sagnik Bhattacharyya, coordinatore della ricerca, ha spiegato: "Comprendere l'associazione tra cannabis e psicosi è fondamentale per la formulazione di politiche sanitarie appropriate, specie alla luce della legalizzazione del consumo di cannabis in diversi stati dell'Unione nordamericana ed in altri Paesi. I disturbi psicotici si legano anche ad un elevato tasso di abuso di cannabis, la sostanza stupefacente a uso illecito più usata al mondo". Ed ha poi proseguito dichiarando: "Il principale limite dello studio è la valutazione del consumo di cannabis sulla base di quanto riferito dal paziente. Dato che il consumo di cannabis è un fattore di rischio potenzialmente modificabile che ha un'influenza del tutto negativa sul rischio di psicosi recidiva e di ricovero psichiatrico, questi risultati non solo sottolineano l'importanza di sviluppare specifiche strategie di intervento, ma richiedono attenzione urgente da parte dei medici e dei decisori in materia di assistenza sanitaria". Ma non è tutto: un altro recente studio sempre del King's College London e pubblicato su Lancet Psychiatry ha rivelato che almeno un quarto dei casi di malattie psicotiche, (come la schizofrenia), è legato al consumo di varianti forti di cannabis. Tra questi quella che si è dimostrata essere più dannosa è stata la skunk, ossia un ibrido creato negli anni '90 con all'interno una concentrazione di tetraidrocannabinolo pari al 15%: assai superiore al 4% delle versioni tradizionali di cannabis. Difatti, secondo quanto scoperto dai ricercatori inglesi, il consumo quotidiano di questa sostanza può rappresentare un rischio aumentato di 5 volte di sviluppare una malattia psicotica. In sostanza nel corso di questo studio i ricercatori inglesi hanno analizzato circa 800 adulti che vivono nella zona meridionale di Londra, la metà dei quali era stata trattata di recente per la comparsa di episodi psicotici. Così facendo gli scienziati hanno constatato che, nonostante il consumo di cannabis sia sceso del 40% negli ultimi 10 anni in Gran Bretagna, fra chi continua ad utilizzare la sostanza prevale di gran lunga il consumo delle varianti più potenti; ciò, associato ad una frequenza nell'assunzione più alta, spiega l'emergere del fenomeno psicotico fra i consumatori. In tal proposito la professoressa Marta Di Forti, principale coordinatrice di questo secondo studio, ha spiegato: "La tendenza mondiale alla liberalizzazione della cannabis evidenzia ancora di più la necessità urgente di sviluppare interventi di educazione pubblica per informare, soprattutto i giovani, sui rischi delle varietà più potenti di cannabis". Invece lo psichiatra Carlo Altamura, dell'Università degli Studi di Milano ha commentato tale ricerca parlando anche della situazione italiana, sottolineando: "Tra i giovani dai 10 ai 19 anni aumentano le psicopatologie provocate da abuso di alcool e sostanze stupefacenti. In questi ultimi anni tra i ragazzi che non hanno ancora compiuto 20 anni si registra un numero sempre più elevato di domande di aiuto per ansia e disturbi depressivi, spesso accompagnati da eccesso di alcool e droghe. Dobbiamo porre un freno a questa pericolosissima deriva e rinforzare le strategie volte a migliorare la salute ed il futuro delle giovani generazioni. E questo può avvenire solo grazie ad assistenza e cure mirate. L'assunzione di droghe, oltre agli effetti immediati, provoca gravi danni al cervello e, nelle persone predisposte, aumenta fino a 5 volte il rischio di sviluppare gravi malattie psichiatriche, come schizofrenia e disturbo bipolare". Come se non bastasse, ulteriori studi avevano già evidenziato il nesso fra psicosi e la semplice cannabis: tra questi in particolare un altro studio proveniente sempre dallo stesso King's College London e pubblicato sulla rivista Schizophrenia Bulletin aveva segnalato che l'arrivo della prima crisi avviene in media 6 anni prima, se da giovani i soggetti hanno fumato marijuana tutti i giorni. In pratica questa ricerca era stata effettuata su 410 pazienti fra i 18 ed i 64 anni, tutti colpiti da episodi di psicosi che avevano richiesto il ricovero in ospedale almeno una volta: l'età media di insorgenza del primo episodio era risultata di 26 anni per gli uomini e 29 per le donne nel caso in cui fossero consumatori abituali di cannabis; mentre fra i non utilizzatori la media era rispettivamente di 30 e 32. Per di più anche una ricerca svedese aveva confermato questo collegamento: lo studio si era basato su un'analisi di follow-up per un periodo di ben 35 anni, valutando la correlazione esistente fra diversi disturbi psichiatrici, (in particolare la schizofrenia), e l'utilizzo o meno di derivati dalla cannabis. Entrando un po' più nel dettaglio, secondo i risultati apparsi sulla rivista Psychological Medicine, degli oltre 50.00 soggetti analizzati sono stati registrati 322 casi di schizofrenia, 149 di psicosi breve e 126 di psicosi non affettive in coloro che consumavano abitualmente cannabis; il che si traduce in una probabilità 4 volte superiore rispetto alla media di insorgenza della schizofrenia. Al riguardo Giovanni Serpelloni, (ex)direttore del Dipartimento per le Politiche Antidroga, aveva, infine, commento: "Si dimostra per l'ennesima volta con uno studio di ben 35 anni di follow-up ciò che anche la Società Italiana di Psichiatria ha segnalato più volte e cioè l'estrema pericolosità di questa sostanza e dei suoi derivati, fortemente ed erroneamente sottostimata soprattutto perché in grado di compromettere il regolare sviluppo cerebrale negli adolescenti e causa della comparsa della slatentizzazione e di importanti patologie psichiatriche quali, appunto, la schizofrenia. Inoltre va ricordato che i principi attivi della cannabis e dei suoi derivati sono in grado di produrre nel tempo alterazioni della memoria, delle funzioni cognitive superiori quali l'attenzione, compromettendo quindi l'apprendimento ed i tempi di reazione. Pertanto rendere più disponibile e facilitare l'uso di una sostanza tossica di questo tipo, soprattutto per le giovani generazioni, significherebbe incrementare un grave problema di sanità pubblica esponendo in particolare i giovani vulnerabili a rischi e danni in grado di minare il loro futuro".

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