Scopeto che la TCC potrebbe aiutare a ridurre i danni cognitivi della chemioterapia.


A quanto pare una strategia efficace per limitare gli effetti collaterali di tipo cognitivo della chemioterapia sarebbe costituita dalla terapia cognitivo-comportamentale, (spesso abbreviata in TCC), che, anche quando eseguita in videoconferenza, è in grado di ridurre i problemi di memoria a lungo a termine che i pazienti spesso lamentano; o almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio pubblicato sulla rivista Cancer dai ricercatori dell'Eastern Maine Medical Center e del Lafayette Family Cancer Center. In pratica i lievi disturbi cognitivi, riguardanti, ad esempio, la capacità di concentrarsi e di memorizzare, sono raggruppati sotto il nome di "chemo Brain" e sono dovuti, appunto, all'effetto neurotossico della suddetta terapia farmacologica. Inoltre questi disturbi, considerando che possono perdurare anche una volta che il trattamento è cessato, influiscono negativamente sulla vita del paziente. Tuttavia i ricercatori statunitensi durante lo studio in questione hanno notato che una particolare terapia cognitivo-comportamentale, (chiamata "Memory and Attention Adaptation Training" o MAAT), pensata per favorire la consapevolezza dei pazienti sui loro problemi di memoria, è anche capace di aiutare a prevenire o compensare i disturbi in questione. In sostanza questo studio è stato condotto su 47 persone sopravvissute al cancro al seno e che dopo 4 anni dal termine della chemioterapia sono stati sottoposti ad 8 sedute di TCC, (che aveva una durata dai 30 ai 45 minuti), oppure ad una psicoterapia di sostegno. Così facendo si è scoperto che a 2 mesi dalla psicoterapia, chi aveva beneficiato della MAAT risultava avere meno ansia e meno disturbi di memoria rispetto agli altri. Tra l'altro ormai le evidenze dei cambiamenti funzionali nell'attività del cervello prodotti dalle terapie cognitivo-comportamentali sono numerose: tali modificazioni neurobiologiche determinano un miglioramento clinico nei pazienti. Inoltre in ambito oncologico gli effetti della chemioterapia e della radioterapia sul funzionamento cerebrale sono studiati da tempo, perché non sempre i disturbi post-trattamento scompaiono in fretta: una delle difficoltà risiede nel fatto che, se persistono più a lungo, variano notevolmente da persona a persona e la loro relazione specifica con il trattamento è difficile da stabilire perché non si conosce la situazione cognitiva del paziente prima della diagnosi e del trattamento. Ad ogni modo al riguardo, pur ammettendo i limiti dello studio, (come, ad esempio, lo scarso numero di soggetti reclutati), il professor Robert Ferguson, psicologo clinico responsabile della ricerca, ha spiegato che questi incoraggianti risultati sull'efficacia della TCC la indichino come una promettente soluzione da indagare ulteriormente per migliorare la qualità della vita dei pazienti; anche perché, (grazie alla diagnosi precoce ed al crescente successo dei trattamenti), è in aumento la sopravvivenza, oltre che le concrete possibilità di diagnosi e guarigione per molti tipi di neoplasie.

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