Secondo un nuovo studio, la Terra sarebbe entrata nella 6ª grande estinzione di massa.


A quanto pare la Terra sarebbe entrata in una nuova fase di estinzione di massa, (nello specifico: la sesta), durante la quale tra le prime specie a scomparire potrebbe essere quella umana, proprio come fecero i dinosauri circa 66 milioni di anni fa. O almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori dell'Università della California, Berkeley, quella di Princeton e quella di Stanford, secondo i quali, ai giorni nostri il tasso di estinzione dei vertebrati, (uomo compreso), abbia raggiunto una "velocità" 114 volte superiore alla norma; velocità simile ai periodi durante i quali sul nostro pianeta i ritmi di estinzione erano a livelli fisiologici, (ovvero nel corso delle 5 grandi estinzioni di massa: l'ultima delle quali è stata, appunto, quella dei dinosauri, presumibilmente a seguito dell'impatto di un enorme meteorite con il suolo terrestre). In pratica, se quello constatato degli scienziati statunitensi si rivelerà esatto, quella nella quale siamo appena entrati sarà la 6ª grande estinzione di massa e purtroppo anche la peggiore. Infatti, secondo lo studio pubblicato dai suddetti ricercatori su Science Advances, la velocità con la quale i vertebrati stanno progressivamente sparendo dalla Terra non ha eguali in nessuna delle 5 precedenti estinzioni di massa. Inoltre, sempre secondole stime proposte dalla ricerca in questione, a partire dal 1900 le specie di vertebrati che si sono definitivamente estinti sarebbero più di 400, (nello specifico sono andati perduti 69 specie di mammiferi, 80 di uccelli, 24 di rettili, 146 di anfibi e 158 di pesci); una cifra che sarebbe risultata del tutto normale se si fosse rilevata in un arco di tempo di 10.000 anni, invece che appena poco più di 100. Tra l'altro qualche tempo fa l'International Union for Conservation of Nature ha pubblicato una ricerca simile che dimostrava che 50 specie di animali si avvicinano pericolosamente all'estinzione ogni anno. Ad ogni modo, sempre secondo i ricercatori americani, le cause di questa improvvisa accelerazione del tasso di estinzione di massa sarebbero anche tre dei più seri problemi dell'intera umanità: i cambiamenti climatici, l'inquinamento e la deforestazione. Al riguardo Gerardo Ceballos, principale autore della ricerca, ha spiegato: "Se consentiremo a tutto questo di continuare, la vita avrà bisogno di molti milioni di anni per rigenerarsi e probabilmente la nostra stessa specie scomparirà". Difatti non è un mistero che l'impatto dell'azione umana sull'ambiente ha causato una progressiva perdita della biodiversità andando ad interferire con importanti processi biologici come l'impollinazione e la purificazione delle acque, fondamentali per l'uomo stesso. In tal proposito gli autori della ricerca, (che per le loro valutazioni dei precedenti periodi di estinzione si sono avvalsi di un modello derivato dall'esame di reperti fossili), si sono, infine, detti sicuri che, se il mondo continuerà ad andare in questa direzione, entro tre generazioni umane l'impollinazione da parte delle api cesserà del tutto di esistere.

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