Scoperto che la depressione può favorire lo sviluppo della demenza.


Si sa, soffrire di depressione o sintomi depressivi non è una bella esperienza, in quanto chi si trova in questa situazione spesso non vede alcuna luce di speranza in fondo del tunnel oscuro che si trova ad attraversare, ma se a questo si aggiunge poi la possibilità di sviluppare la demenza, le cose si fanno ancora più gravi. In pratica si tratta di una possibilità evidenziata da un nuovo studio del Rush University Medical Center, pubblicato sulla rivista Neurology, dell'American Academy of Neurology, (nota anche con la sigla AAN), e nel quale i ricercatori neuropsichiatrici hanno fornito una visione sul rapporto, appunto, tra depressione e demenza. Al riguardo il dottor Robert S. Wilson, neuropsicologo presso il Rush Alzheimer's Disease Center, nonché autore principale dello studio, ha spiegato: "Gli studi hanno dimostrato che le persone con sintomi di depressione hanno maggiori probabilità di sviluppare la demenza, ma non sappiamo ancora come funziona questo rapporto. La depressione è una conseguenza della demenza? Entrambi i problemi si sviluppano dagli stessi problemi di fondo nel cervello? Oppure il rapporto della depressione con la demenza ha nulla a che fare con le patologie correlate alla demenza?". Tuttavia i risultati dello studio in questione hanno indicato che l'associazione tra depressione e demenza è indipendente dai mutamenti nel cervello correlati alla demenza stessa. Infatti in tal proposito lo stesso Robert S. Wilson ha dichiarato: "Questi risultati sono entusiasmanti perché suggeriscono che la depressione è veramente un fattore di rischio per la demenza, e se siamo in grado di individuare e prevenire o trattare la depressione e le cause di stress, possiamo avere il potenziale per aiutare le persone a mantenere la loro capacità di pensiero e la memoria in età avanzata". In sostanza durante questa ricerca gli scienziati del Rush University Medical Center hanno coinvolto 1.764 persone provenienti dal "Religious Orders Study" e dal "Memory and Aging Project", la cui età media era di 77 anni ed i quali all'inizio dello studio non presentavano problemi di pensiero o problemi di memoria. Successivamente i partecipanti sono stati sottoposti ogni anno a diversi screening per i sintomi della depressione, (come, per esempio, l'isolamento e la mancanza di appetito). Inoltre allo stesso tempo sono stati sottoposti a test sulle loro capacità di pensiero e di memoria, per una media di 8 anni. Durante quest'arco di tempo purtroppo un totale di 680 persone sono morte e, su 582 di queste, sono state eseguite le autopsie con l'intento di trovare placche senili e grovigli nel cervello; segni accertati di demenza, (o dell'Alzheimer), e altri di danni cerebrali. Per di più sempre durante il suddetto periodo di studio, 922 persone, (equivalenti al 52%), hanno sviluppato un deterioramento cognitivo lieve, (noto anche con la sigla MCI), o problemi medi di memoria ed abilità di pensiero, che spesso sono un precursore della malattia di Alzheimer; mentre un totale di 315 persone, (equivalenti al 18%), ha sviluppato la demenza vera e propria. Ad ogni modo i risultati delle analisi, i test e le autopsie hanno mostrato che non vi era alcuna relazione tra la quantità di danni trovati nel cervello ed il livello dei sintomi della depressione che le persone presentavano oppure la variazione dei sintomi della depressione nel corso del tempo. Tuttavia le persone che avevano sviluppato l'MCI avevano maggiori probabilità di mostrare un più alto livello di sintomi di depressione prima che questa fosse diagnosticata, ma non avevano più probabilità di avere mutazioni nei sintomi della depressione dopo la diagnosi, rispetto alle altre persone. In aggiunta le persone che avevano sviluppato la demenza sono state poi trovate avere più probabilità di mostrare un più alto livello di sintomi di depressione prima che sviluppassero la demenza, ma sono anche state oggetto di una più rapida diminuzione dei sintomi della depressione una volta che la demenza si era sviluppata. Comunque sia a conclusione dello studio i ricercatori hanno rilevato che avere un livello più elevato di sintomi di depressione è associato ad un più rapido declino della capacità di pensiero e della memoria, che rappresentano il 4,4% della differenza nel declino cognitivo che non poteva essere attribuita al livello di danni nel cervello. Insomma, a quanto pare il cervello e le sue capacità risentono dell'influenza dei sintomi depressivi che, non solo rendono difficile la vita oggi, ma possono addirittura intaccarne la qualità futura.

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