Scoperto che i carciofi potrebbero combattere il mesotelioma.


A quanto pare contro il mesotelioma, ovvero uno dei tumori più temibili ed ancora letali, (conosciuto come "il tumore dell'amianto"), potrebbero essere utilizzati i carciofi: si tratta di un'idea nata e portata avanti da ricercatori italiani che, anche se potrebbe apparire azzardata, ha già dato dei buoni risultati sia negli studi di laboratorio che sulle cavie. Infatti i ricercatori hanno addirittura ottenuto il via libera delle autorità per poter avviare la sperimentazione sugli esseri umani. Al riguardo Giovanni Blandino, responsabile del Laboratorio di Oncogenomica Traslazionale dell'Istituto Nazionale Tumori "Regina Elena", (noto anche con la sigla IRE), che ha lavorato in collaborazione con Sabrina Strano, ricercatrice dell'Area di Medicina Molecolare dello stesso Istituto, ha spiegato: "Gli studi preclinici, condotti all'IRE sia su modelli cellulari di mesotelioma che su topi da laboratorio, hanno dimostrato che gli estratti di carciofo posseggono attività antitumorali. Se le nostre intuizioni venissero confermate anche sull'uomo apriremmo la strada ad una rivoluzione". In sostanza il trial clinico è stato presentato in questi giorni a Roma, durante l'International Workshop on Metabolism, Diet and Chronic Disease, vale a dire un appuntamento per fare il punto sulle evidenze scientifiche riguardanti stili di vita e neoplasie. Ad ogni modo il mesotelioma ogni anno colpisce oltre 2.000 persone solo in Italia, ma la sua incidenza è in continua crescita ed entro il 2020 è atteso un picco di malati. In pratica, come già anticipato, si tratta di un tumore polmonare direttamente collegato all'esposizione da amianto, (materiale bandito in Italia da oltre 20 anni, ma ancora diffusissimo: nell'ambiente ne restano circa 5 quintali per cittadino, ovvero circa 32 milioni di tonnellate), ed al centro del processo contro i dirigenti dell'Eternit, (dopo la storica condanna d'appello del 2013, adesso si è in attesa della Cassazione). Inoltre è una fra le forme di cancro che tutt'oggi risulta essere mortale, in quanto, una volta diagnosticato, non lascia scampo e la sopravvivenza dei pazienti nella stragrande maggioranza de casi purtroppo non supera i 12 mesi. Come se non bastasse risulta essere subdolo, poiché colpisce anche a distanza di anni: possono passarne perfino 40-45 tra l'inizio dell'esposizione all'amianto ed il momento in cui si manifesta il tumore. Questo è colpa delle fibre di amianto inalate tanti anni prima, che poi fanno ammalare soprattutto i lavoratori esposti: quelli delle fabbriche di cemento-amianto e dei cantieri navali; anche se questo materiale è stato molto usato anche per costruire case, scuole, ospedali. Quindi a fronte di un quadro così fosco, le speranze riposte nell'estratto di carciofo crescono in modo esponenziale; in tal proposito Paola Muti, ricercatrice italiana che lavora in Canada presso il Dipartimento di Oncologia della McMaster University, la quale sta lavorando insieme ai colleghi romani, ha spiegato: "È appena partita la sperimentazione di fase due condotta su lavoratori canadesi esposti all'asbesto. L'obiettivo è dimostrare che l'estratto, realizzato in laboratorio semplicemente prendendo le foglie del carciofo ed "elaborandole", impedisce che le cellule esposte ad amianto esprimano a pieno il potenziale cancerogeno, prolifichino e diano luogo effettivamente ad un tumore. I partecipanti, ad alto rischio di sviluppare il mesotelioma e già sofferenti di altre patologie benigne dovute all'amianto, vengono trattati con quattro compresse di estratti di carciofo al giorno, del tutto prive di effetti collaterali. E sono monitorati con cadenza trimestrale, attraverso biomarcatori sierici, (ossia piccoli RNA non codificanti e la mesotelina, una proteina secreta dal mesotelio)". Ed ha poi proseguito dichiarando: "In particolare la mesotelina è prodotta dal mesotelio, esposto ad infiammazione, ed è molto aumentata nel caso di esposizione all'asbesto e nel mesotelioma. L'ipotesi di questo trial è quella che il carciofo sia in grado di ridurre il livello di mesotelina sierica. In sostanza, si tratta di usare la mesotelina come biomarcatore di efficacia anti-cancerogena dell'estratto vegetale". Dunque se il trial clinico confermerà questa ipotesi, si prevede un successivo trial di fase tre, su un numero molto ampio di persone esposte all'asbesto e della durata di diversi anni. Al riguardo i ricercatori hanno, infine concluso, spiegando: "Per il momento le premesse derivanti dai dati sperimentali sono ottime, la speranza è che vengano confermate nell'uomo".

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