Realizzato un "naso elettronico" in grado di rilevare esplosivi anche a 5 metri di distanza.


Al giorno d'oggi i responsabili della sicurezza negli aeroporti controllano i bagagli dei viaggiatori con l'ausilio di unità cinofile appositamente addestrate, (nella fattispecie: cani antidroga e/o cani antiesplosivo), mentre i militari utilizzano un dispositivo elettronici portatili e non, in grado di rilevare la presenza di esplosivi e/o droga durante i check-in. Tuttavia in entrambi i casi è necessario avvicinarsi all'oggetto per effettuare un controllo; per questo motivo un gruppo di ricercatori israeliani, coordinato dal chimico Fernando Patolsky dell'Università di Tel Aviv, ha deciso di progettare e sviluppare un nuovo chip elettronico dotato di sensori chimici microscopici, in grado di rilevare particelle di esplosivo nell'aria con una concentrazione di poche molecole per 1.000 trilioni. In pratica il dispositivo in questione può identificare vari tipi di esplosivi in tempo reale, anche ad una distanza di diversi metri, (per il momento si parla di un massimo di 5 metri), riuscendo perfino a dare una descrizione dettagliata della loro natura chimica così da fornire una vera e propria "carta d'identità" utile per facilitarne il riconoscimento in occasioni successive, anche partendo, appunto, da piccolissime tracce. Inoltre, considerato che ogni esplosivo possiede un "pattern" distintivo e che quindi ogni sostanza esplosiva va ad interagire con i sensori del dispositivo in una maniera unica e distinta dalle altre, il chip può rilevare velocemente le particelle nell'aria: la sua elevata sensibilità permette di scoprire le tracce anche in presenza di altre sostanze chimiche che potrebbero ostacolare la ricerca degli esplosivi in basse concentrazioni. Per di più i ricercatori israeliani hanno integrato su ogni nano-transistor otto recettori chimici, ognuno dei quali può identificare una singola molecola, mediante la variazione della conduttanza elettrica. Ad ogni modo durante gli svariati test, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications e svolti in condizioni "altamente contaminate", (ad esempio, in presenza di fumo di sigaretta ecc...), il chip, ancora in fase di prototipo, ha rilevato correttamente il TNT, l'RDX e l'HMX, (vale a dire esplosivi usati per scopi commerciali e militari), oltre ad esplosivi a base di perossido, come il TATP e l'HMTD, (usati comunemente per bombe artigianali e difficilmente rilevabili con altri strumenti), i quali rappresentano un grande problema per la sicurezza perché, sebbene possano essere preparati da chiunque con materiali facilmente reperibili, attualmente non esistono sistemi capaci di riconoscerli con un'elevata sensibilità. Entrando più nel dettaglio: in appena 5 secondi, il chip ha identificato particelle di TATP ad una distanza di 5 metri e particelle di TNT ad una distanza di 4 metri. Comunque sia, trattandosi di una ricerca, non è possibile stabilire se e quando questo "naso elettronico" sarà reso disponibile sul mercato.

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