Scoperta la possibile presenza di ghiaccio ai poli di Mercurio, il pianeta più vicino al Sole.


Una prima ricognizione completa, che risale al Marzo del 2011, eseguita dalla sonda spaziale della NASA denominata MESSENGER ha permesso di scoprire che il pianeta più vicino al nostro Sole, Mercurio, si presenta con un nucleo formato da una parte esterna liquida e ricca di ferro, una interna solida ed una crosta molto densa, (più di quanto finora era stato ipotizzato), arricchita da un'enorme riserva sotterranea di solfuro di ferro. Tuttavia adesso, a distanza di un anno dall'inizio della missione, la sonda MESSENGER, scrutando da vicino la superficie che raggiunge anche i 425 gradi centigradi, ha raccolto ulteriori informazioni relative all'ipotesi avanzata negli anni Novanta quando con il grande radiotelescopio di Arecibo si era scandagliata la superficie di Mercurio. All'epoca nei crateri polari dove le ombre sono perenni una riflessione particolare aveva spinto gli scienziati ad immaginare il ghiaccio, analogamente a quanto accade in alcuni crateri della Luna. Comunque si tratta di nuove notizie inaspettate sulla natura del primo pianeta del nostro Sistema Solare, che sono state pubblicate sulla prestigiosa rivista Science in due studi coordinati da Maria Zuber e David Smith del Massachusetts Institute of Technology, (USA), e discusse quest'oggi alla 43esima edizione del Lunar and Planetary Science Conference in Texas. Al riguardo Maria Zuber ha spiegato: "Per conservarsi il ghiaccio deve essere coperto da un sottile strato di materiali spesso una decina di centimetri e che lo mantengono stabile". In pratica MESSENGER, (acronimo di MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging), è stato lanciato il 3 Agosto del 2004 dalla NASA con l'obiettivo di studiare, appunto, la superficie, il campo magnetico, la composizione interna e l'atmosfera del pianeta Mercurio. Tuttavia la sonda raggiunse l'orbita del pianeta solo il 18 Marzo del 2011, momento in cui i suoi dispositivi hanno cominciato a raccogliere immagini utili a ricostruire la sua storia geologica. Inoltre alcune nuove e dettagliate fotografie arrivarono a soli sei mesi dall'inizio della missione, e già mostravano un pianeta abbastanza particolare. Comunque i dati più rilevanti sulla topografia di Mercurio sono arrivati recentemente dal Mercury Laser Altimeter, vale a dire un apposito apparecchio che ha permesso di mapparne la superficie utilizzando un laser ad infrarossi ed un ricevitore per misurare il tempo di andata e di ritorno delle onde elettromagnetiche. Praticamente, grazie a questo speciale altimetro, i ricercatori hanno localizzato nell'emisfero Nord del pianeta un'ampia regione pianeggiante con una pianura vulcanica. Inoltre sono riusciti ad osservare nel dettaglio i 1.500 chilometri del Bacino Caloris, vale a dire un cratere d'impatto più vasto del pianeta, scoprendo che il fondo si è spostato più in alto dei suoi bordi. Al riguardo i ricercatori hanno spiegato: "Una prova dell'intensa attività geofisica di Mercurio". Però in generale il paesaggio altimetrico sembra molto meno differenziato di quello del pianeta Marte oppure della nostra Luna. Oltretutto il sistema di antenne del Deep Space Network utilizzate dalla NASA per comunicare con la navicella è stato in grado di rilevare piccoli cambiamenti di frequenza nei segnali; quest'ultimi sono risultati essere causati dal campo gravitazionale generato da Mercurio, che interferisce con il movimento del veicolo spaziale. Ed il campo gravitazionale a sua volta offre molti indizi sulla struttura interna del pianeta. Per esempio, ha permesso di scoprire che la crosta è più spessa alle basse latitudini e più sottile nelle regioni polari. Inoltre, combinando i dati sulla gravità, massa e raggio, i ricercatori sostengono che la crosta del pianeta sia più densa di quanto pensato, una caratteristica che lo rende diverso dagli altri pianeti del Sistema Solare. Comunque al fine di approfondire il risultato la NASA ha deciso di prolungare la missione di MESSENGER fino al 2013.

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