ACTA: respinto il ricorso alla Corte di Giustizia; adesso sarà il Parlamento Europeo a decidere.


Il viaggio dell'ACTA, (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), prosegue tra le varie contestazioni ed ieri dal confronto tenutosi in Commissione Commercio Internazionale sono scaturite novità inaspettate. Infatti, dopo aver appoggiato per parecchio tempo l'opinione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, le autorità hanno deciso invece che la decisione sarà presa direttamente dal Parlamento Europeo quindi con una votazione priva di qualsivoglia consulenza proveniente dalla "curia". In pratica l'International Trade Committee, direttamente responsabile del trattato in discussione, ha votato con gran maggioranza, vale a dire 21 membri contrari all'intervento della Corte di Giustizia, 5 favorevoli e 2 astenuti; e dunque con questa decisione il Parlamento Europeo si è assunto ogni responsabilità su di una questione estremamente importante, sulla quale convergono le attenzioni della politica e dell'opinione pubblica e per la quale un pronunciamento definitivo è previsto entro quest'estate. Infatti dal suddetto voto è scaturito anche un piano che porterà all'approvazione oppure alla bocciatura definitiva dell'ACTA, poiché una eventuale richiesta di un pronunciamento alla Corte di Giustizia avrebbe imposto un ulteriore slittamento dei tempi che sarebbe potuto arrivare fino ai 18 mesi. Mentre l'International Trade Committee dovrebbe portare avanti la propria raccomandazione all'incirca fino al prossimo 25/26 Aprile; invece il voto della commissione stessa è previsto un mese più tardi. Comunque entro il mese di Giugno il Parlamento Europeo esprimerà il proprio parere definitivo in sessione plenaria. E dunque per gli attivisti sono rimasti solamente pochi mesi per far sentire al Parlamento la forza dell'opposizione al trattato. Per di più il suddetto voto per molti versi è apparso come un modo per forzare i tempi, (d'altro canto la Commissione Europea aveva lasciato intendere con forza quanto ritenga importante l'approvazione del trattato), e giungere ad una soluzione rapida della questione. Mentre la Quadrature Du Net ha poi letto il voto della Commissione come un chiaro segnale dei parlamentari europei per evitare il prolungamento del dibattito pubblico.   Accuse a cui David Martin, il laburista britannico, ha replicato dichiarando: "Qualcuno ha pensato che la mia proposta di rinviare l'ACTA alla Corte di Giustizia fosse un trucco politico per ritardare la decisione, ma al contrario era un modo per aiutare gli eurodeputati a prendere una posizione in merito".  Successivamente il suo gruppo parlamentare ha rilasciato una nota nella quale si spiegava: "È chiaro che il Parlamento Europeo è pronto a decidere sull'ACTA. La decisione di respingere il ricorso alla Corte di Giustizia è il primo segnale che il Parlamento respingerà l'accordo. È stato un errore fin dall'inizio mettere nello stesso trattato le merci contraffatte ed i contenuti Internet". Inoltre, secondo qualcuno, dar voce alla "curia" rappresentava in tal senso un rischio relativo poiché alcuni recenti pronunciamenti della Corte di Giustizia sembravano esprimere principi che vanno in direzione contraria a quello che l'ACTA intende consolidare all'interno della legislazione europea. Eppure la Commissione UE, nonostante il voto della Commissione Commercio, ha deciso ugualmente di rivolgersi alla Corte di Giustizia al fine di verificare se l'accordo anti contraffazione violi di diritti fondamentali e le norme europee in materia. Ad annunciarlo è stato il commissario Karel De Gucht che ha affermato: "Continuiamo a preparare il dossier ed appena sarà pronto andrà alla Corte di Giustizia. Il dibattito deve basarsi sui fatti e non sulle cattive informazioni o sui rumors, (ovvero le voci), che hanno dominato i vari Social Media ed i blog nelle ultime settimane". E quindi, a prescindere da come si concluderà la vicenda, stanno per iniziare mesi estremamente intensi che certamente i movimenti anti-ACTA di tutta Europa non esiteranno a sfruttare.

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