L'FBI chiude Megavideo e Megaupload ed Anonymous passa subito al contrattacco.



Ieri il famoso ente investigativo statunitense, l'FBI, ha deciso di chiudere uno tra i più diffusi siti web, Megavideo, per la trasmissione pirata in diretta, (vale a dire in streaming), di video protetti da diritto d'autore, (copyright). Questa è stata un'azione più che altro simbolica. Infatti, nonostante sia stato sicuramente il più frequentato sito di questo genere capace di generare da solo circa il 4% complessivo del traffico internet, ne esistono tantissimi altri siti simili, (di qualità inferiore), che per il momento sono ancora online. Tuttavia immediatamente dopo l'FBI ha deciso di chiudere anche l'intero network di file hosting internazionale, ovvero Megaupload, il quale tra gli altri comprendeva, appunto, anche il suddetto sito Megavideo, e quindi di arrestare il fondatore del gigantesco archivio online. Si tratta del hacker Tedesco residente in Nuova Zelanda, Kim Schmitz che è stato arrestato, appunto, nella notte insieme a tutti gli altri dipendenti del portale con l'accusa di aver causato circa 500 milioni di dollari di danni ai detentori dei copyright, a fronte di un guadagno che si aggira attorno ai 150 milioni. In pratica il servizio di Megavideo era gratuito per 72 minuti al giorno oppure a pagamento per potere vedere senza limiti di tempo i video caricati da utenti di tutto il mondo. Il costo dell'abbonamento era di quasi 2 euro per 24 ore facilmente pagabili anche tramite SMSOvviamente la chiusura di Megavideo ha fatto la felicità dei concorrenti che, nonostante lavorassero bene, adesso vedranno convogliare su di loro tutto il traffico rimasto orfano. Infatti adesso è facile immaginare che gli altri siti simili decidano di "spuntare come funghi" con il timore di fare la stessa fine di Megavideo, ma avendo la possibilità di guadagni davvero importanti. Oltretutto, come era prevedibile, la chiusura di Megavideo e Megaupload da parte dell'FBI per violazione del diritto d'autore sta scatenando proteste a catena nell'intera rete. La più clamorosa è stata quella della famosa legione di hacker, Anonymous, che, dopo un comunicato ufficiale, per solidarietà è passato al contrattacco. Infatti la chiusura di Megaupload e di Megavideo ha dato vita a un'ondata di rappresaglia convocate, appunto, dal gruppo Anonymous nella notte tramite il noto "Social Network dai 140 caratteri", Twitter. E quindi, a circa un'ora e mezza dalla chiusura dei suddetti siti, utilizzando la tecnica del "denial of service" gli hacker di Anonymous hanno reso inaccessibili le pagine web del Dipartimento della Giustizia Statunitense, della discografica Universal, della MPAA, (la Motion Picture Association of America), e della RIAA, (Recording Industry Association of America). Inoltre hanno mandato in tilt anche il sito web della Warner Music, della stessa FBI e l'ufficio del copyright statunitense. Tuttavia, dopo l'attacco notturno, tutti i siti sembrano aver recuperato questa mattina. Al riguardo gli hacker hanno dichiarato: "Si è trattato del maggior attacco mai condotto da Anonymous, al quale hanno partecipato almeno 5.653 persone". Intanto però la corte di Auckland, in Nuova Zelanda, ha convalidato l'arresto dei due fondatori del sito fermati ieri dalla polizia in una residenza nella città neozelandese. E quindi il tedesco Kim Schmitz, noto con il nome "Kim Dotcom", e Mathias Ortmann, rimarranno in carcere fino al prossimo lunedì, quando si svolgerà l'udienza per la cauzione. Inoltre lo stesso Kimdurante l'udienza dopo che il suo avvocato si era opposto a far entrare le telecamere nell'aula, ha affermato: "Non abbiamo nulla da nascondere". Oltretutto i fermi sono stati compiuti in esecuzione di mandati d'arresto USA. Al riguardo Grant Wormaldispettoredell'Agenzia Neozelandese contro il crimine organizzato e finanziario, ha affermato: "L'FBI ha contattato la polizia neozelandese all'inizio del 2011. Tutte le persone accusate sono state incriminate negli USA. Continueremo a lavorare con le autorità americane per fornire assistenza nella procedura di estradizione". Comunque in totale l'FBI ha incriminato sette persone, accusate di violazione della legge sul copyright ed associazione a delinquere. In aggiunta la retata ad Auckland è stata compiuta da 70 agenti che hanno fermato anche il direttore marketing del sito, Finn Matato, e l'olandese Bram van der Kolk. Infine la polizia ha sequestrato valori materiali ed immateriali, i cosiddetti asset, per un valore di 50 milioni di dollari, tra cui alcune automobili di lusso come una splendida Rolls-Royce Phantom Drophead Coupé.

Commenti