Google di nuovo nel mirino per i profitti relativi alla pubblicità illegale su AdWords.


Il colosso di Mountain View, Google, di recente si è trovato a confrontarsi ancora una volta con uno dei suoi tradizionali impicci, ovvero i problemi legati ad Google AdWords. Infatti il programma mette a disposizione spazi pubblicitari abbinati ai risultati del motore di ricerca di Mountain View e finisce periodicamente nell'occhio del ciclone per la visibilità concessa ad alcune attività illecite come ad esempio, la rivendita online di cannabis e la distribuzione a pagamento di carte d'identità fasulle. L'ultimo caso in ordine di tempo ruguarda la vendita dei biglietti per le Olimpiadi di Londra attesa per questa estate. È stata la BBC, su indicazione di un'ascoltatrice del programma 5 live Investigatescon un articolo a segnalare la presenza in testa alle ricerche sponsorizzate di un portale non autorizzato alla vendita di ingressi per la manifestazione sportiva. Infatti fidandosi della priorità che Google ha dato al sito LiveOlympicTickets, questa donna ha sborsato ben 750 sterline per poter seguire i 1.500 metri, ma non ha mai ricevuto i due biglietti ed adesso rischia di non ottenere nessun rimborso. Tuttavia Google ha fatto notare all'internauta stessa in cerca di risposte che: "Esistono una serie di regole che illustrano quali annunci pubblicitari possono e quali non possono comparire su Google e vengono applicate e fatte rispettare sia da sistemi automatizzati sia da persone. Google AdWords mette a disposizione delle aziende una piattaforma per pubblicizzare i rispettivi servizi. Non siamo responsabili delle attività di ciascuna società, né siamo in grado di monitorarle". Ed ha proseguito spiegando: "Quando veniamo informati di annunci che infrangono tali regole, effettuiamo verifiche ulteriori e, laddove necessario, li rimuoviamo. Ad esempio di recente, grazie al lavoro effettuato con la polizia, abbiamo rimosso alcuni annunci relativi ai biglietti delle prossime Olimpiadi che violavano tali regole". Tuttavia gli incassi ottenuti nei cinque giorni in cui la società ingannatrice, che ha beneficiato dell'involontaria ma pagata esposizione, la cui sede è situata fuori dai confini britannici e pertanto non è stata ancora intercettata dalle autorità, rimangono nelle tasce del colosso californiano e per questo motivo le polemiche aumentano ulteriormente. Oltretutto un caso simile, che risalente allo scorso Agosto, è costato a Google la modica cifra di 500 milioni di dollari, somma che è stata ovviamente versata nelle casse del governo USA, per aver permesso ad alcune farmacie canadesi di pubblicizzare la vendita online di medicinali agli internauti statunitensi. Infatti la legge statunitense impedisce l'importazione dal Canada di medicine allo stessao modo in cui il London Olympic Games and Paralympic Games Act adottato nel 2006 si è scagliato, e si scaglia tuttora, contro i venditori abusivi di biglietti. In aggiunta l'avvocato Guido Scorza ha dichiarato: "Se Oltreoceano si è trattato di un singolo accordo fra le parti sul suolo comunitario, è la sentenza dell'Unione Europea, come nel caso Louis Vuitton, a definire la materia". Infatti, come ha stabilito l'Unione Europea nella primavera del 2010, Google non è in nessun modo responsabile di quanto viene pubblicizzato dagli inserzionisti e nel caso specifico sono i singoli marchi a dover far valere i propri diritti nei confronti di chi sfrutta la loro popolarità per vendere merce contraffatta mediante l'acquisto di parole chiave, opzione che è, appunto, consentita da Google AdWords, perciò sembra che Google abbia intensione di tenersi i suddetti incassi. Oltretutto questa linea è la stessa adottata a Luglio dal Tribunale di Roma per la ricerca pura, infatti, Yahoo! è stato scagionato dalle accuse di violazione di diritto d'autore per i collegamenti a portali di download illegale. E proprio per questo, infine, se ne può evincere che i vari motori di ricerca ed i loro algoritmi, che siano previsti introiti o meno, non hanno alcuna responsabilità sull'universo di contenuti, scandagliato quotidianamente.

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