La Svizzera rende legale il download dei file pirata e diventa così il paradiso del Peer-To-Peer.


Dopo la bocciatura dei filtri europei riguardanti la pirateria informatica di cui vi avevo parlato tempo fa in questo post, chiunque può scaricare musica, film ed altri file considerati "pirata" oppure guardare film ed altri video su siti di streaming che non sono autorizzati dai diritti d'autore, però tutto questo è ritenuto illegale in Italia ed in altri Paesi, eccetto che per la Svizzera, dove tutto ciò è legale. L'ha deciso negli scorsi giorni il Consiglio Federale Svizzero. È stata una presa di posizione maturata dopo i risultati di uno studio indipendente, commissionato dal suddetto consiglio, secondo il quale: "non è vero che la pirateria danneggia il patrimonio culturale nazionale". Inoltre va sottolineato anche che ben il 30% degli svizzeri sopra i 15 anni scarica questi file pirata. E quindi questa decisione è stata in realtà una conferma delle norme applicate finora. Quindi il governo ha comunicato che non ha nessuna intenzione d'inasprire la tutela del diritto d'autore, continuando in questo modo la sua tradizione "permissiva", atteggiamento che però sta facendo ovviamente infuriare l'industria del copyright. Inoltre è stato un atto di coraggio il fatto che abbia deciso di proseguire su questa strada, nonostante molti altri Paesi europei, compresa l'Italia, stiano invece adottando strumenti più severi di repressione. Per di più la motivazione del governo Svizzero, secondo la quale, in fondo il download pirata non è un male, è la tesi più boicottata dall'industria. Oltretutto sempre secondo il governo Svizzero: "Sta all'industria adeguarsi ai nuovi comportamenti dei consumatori. Questo è il prezzo che paghiamo per il progresso. I vincitori saranno quelli che saranno capaci di usare le nuove tecnologie a proprio vantaggio ed i perdenti perderanno il treno dello sviluppo e continueranno a seguire i vecchi modelli di business". Tuttavia è illegale, anche in Svizzera, condividere file pirata. Però anche in questo le norme Svizzere sono eccezionalmente permissive, infatti, nel 2008 il governo le ha riviste a favore degli utenti ed ora colpisce solo coloro che condividono un gran numero file audio-video pirata. In pratica in Svizzera è legale usare software peer-to-peer se si condividono pochissimi file; ed è legale anche scaricare musica e film dai cyberlockers, (vale a dire siti web come Rapidshare e Megaupload), oppure guardarli in streaming. Mentre è illegale sia il download sia la condivisione di software, (inclusi i videogame). Anche in Italia c'è una differenza tra scaricare e condividere file pirata, anche se entrambe le attività sono considerate illegali. Infatti nel primo caso si rischia una multa che può arrivare fino di 1.032 euro, (che è ben poca cosa solo se si pensa alle sanzioni milionarie che ci sono negli USA). Mentre nel secondo si arriva ad una multa di 2.065 euro e, per di più, è previsto il carcere se viene provato lo scopo di lucro, (per esempio i gestori di siti che fanno attività pirata e hanno pubblicità). Comunque riguardo la decisione svizzera Enzo Mazza, presidente di FIMI, (Federazione dell'Industria Musicale Italiana), ha commentato: "La decisione Svizzera non mi sorprende". Ed ha proseguito dicendo: "È il Paese che ha conservato i tesori dei più grandi criminali della storia da Bokassa a Bin Laden e ha opposto per anni il segreto bancario per proteggere gli evasori fiscali. Oggi tutela i ladri del web. È innovazione tecnologica anche questa". Ed al riguardo anche Fulvio Sarzana, avvocato esperto di copyright e promotore della campagna "Sitononraggiungibile" contro gli eccessi della tutela del diritto d'autore online ha commentato: "La decisione del governo svizzero è un'ottima notizia. La nostra Autorità garante delle comunicazioni invece non ha fatto alcuna ricerca indipendente prima di procedere una delibera sul copyright online". Ed è proprio questo il nuovo terreno di battaglia in Italia; infatti la AGCOM, (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), dovrebbe pubblicare la versione definitiva della delibera nelle prossime settimane. Quest'ultima è molto attesa, dopo tutte le polemiche che hanno colpito le precedenti bozze, accusate di consegnare alla AGCOM un potere di repressione troppo grande, (al limite della censura). Tuttavia adesso il timore di molti è che AGCOM faccia come l'anno scorso, quando ha pubblicato la delibera sul proprio sito il giorno della vigilia di Natale, forse per ridurre la possibilità di contestazioni. Ma, se era questo il suo fine, le è andata male. E sicuramente il 2012 sarà l'anno di maggiore tensione sul web per quanto riguarda la revisione del diritto d'autore online. Poiché la nuova frontiera è, appunto, il tentativo dell'industria di cambiare le norme per colpire tutti quei siti che finora non sono stati perseguibili, vale a dire i cyberlockers. Inoltre a questo scopo si sta facendo strada negli Stati Uniti una proposta di legge, (SOPA, acronimo di Stop online piracy act), la quale toglierebbe a molti siti web una tutela normativa che finora li ha esonerati da ogni responsabilità. Tuttavia, secondo alcuni "big del web", tra cui Google e Facebook, (il noto Social Network in Blu): "Rischia di essere devastante per la libertà e l'innovazione di Internet". Oltretutto un'altra strategia che si sta affermando è quella di colpire nel portafogli quei siti che facilitano il download pirata, facendo pressione su Paypal e sui circuiti di carte di credito per impedire le donazioni degli utenti. Non a caso è lo stesso tipo di embargo economico che sta strangolando l'ormai noto Wikileaks.

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