La banda larga non è stata considerata dalla Commissione Europea un servizio universale.


Mercoledì scorso, 23 Novembre, la Commissione Europea ha stabilito che i servizi di telefonia mobile e le connessioni a banda larga non possono essere considerati servizi universali. Questa decisione, che, come era prevedibile, è stata fortemente criticata da svariate associazioni dei consumatori come ad esempio, l'Adiconsum, è stata, inoltre, il frutto di una lunga consultazione pubblica. Al riguardo il Commissario Europeo per l'Agenda digitale, Neelie Kroes si è voluta in un certo qual modo giustificare affermando: "Voglio garantire che le regole del servizio universale facciano la loro parte nel portare i benefici dell'economia digitale ai cittadini europei, evitando allo stesso tempo l'imposizione di un onere sproporzionato per il settore o un'indebita distorsione del mercato". In pratica la differenza sostanziale di maturità dei mercati e delle infrastrutture dei vari Paesi ha condizionato questa scelta. Infatti stabilire uno standard minimo condiviso avrebbe avuto impatti forti sulle imprese e le tariffe. Tuttavia ciò non toglie che ogni Paese sia libero di stabilire la propria politica al riguardo. Ad esempio Finlandia, Malta e Spagna considerano l'accesso al Web già con una velocità minima fra i servizi universali nazionali, (OSU). Inoltre Pietro Giordano, Segretario Generale dell'Adiconsum, ha spiegato: "La nostra associazione è fortemente delusa per la scelta della Commissione Europea, che a conclusione di una consultazione pubblica, di non includere nel servizio universale le connessioni a banda larga". Ed in seguito ha aggiunto: "Adiconsum sperava nella scelta europea di includere Internet nel servizio universale per far fare un salto di qualità all'Italia. Ora diventa indispensabile rivedere le norme che regolano il nostro servizio universale per garantire almeno nel diritto nazionale, come hanno fatto altri paesi europei, una velocità minima di banda larga". Ed, inoltre, tutti hanno sostenuto, e sostengono ancora adesso, a parole che: "La banda larga è uno strumento indispensabile per ogni cittadino, ma il diritto al suo utilizzo non è sancito in alcun modo, come dimostra, infatti, l'immenso digital divide presente nel nostro Paese. Ora diventa indispensabile rivedere le norme che regolano il nostro servizio universale per garantire almeno nel diritto nazionale, come hanno fatto altri paesi europei, una velocità minima di banda larga". Inoltre al momento in Italia è garantita una soglia minima a dir poco imbarazzante che corrisponde a solo 56 Kbit/s; soglia che probabilmente farebbe sorridere quegli utenti del Terzo Mondo che dispongono di una connessione molto più veloce. Tuttavia, come già detto in precedenza, l'Unione Europea lascia alle singole Nazioni la possibilità di legiferare in merito. Ed, infine, Pietro Giordano, in nome di tutta l'associazione, ha lanciato un appello nel quale diceva: "L'Adiconsum chiede all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, (AGCOM), come già fatto in passato al tavolo permanente con le associazioni consumatori, di rivedere con urgenza i parametri che regolano il servizio universale, adeguando la velocità minima di banda larga al reale utilizzo di internet, garantendo una velocità di almeno 2 Mbit/s ed allargando la fornitura del servizio universale anche agli altri operatori oltre che alla Telecom, oggi unico fornitore. Ciò permetterebbe il controllo da parte dell'AGCOM del rispetto degli obiettivi di qualità che impongono la manutenzione della rete in rame e quindi il miglioramento del servizio". Comunque quest'appello all'AGCOM, di intraprendere la strada che l'Unione Europea ha rinnegato sembra in questa fase una ricerca vana, poiché una qualsiasi autorità italiana molto difficilmente si farà carico di una responsabilità così tanto gravosa in questo momento tanto delicato nel quale stiamo vivendo.

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