Il maxi-emendamento anti-crisi del Governo contiene un piano per la banda larga?


Secondo alcune indiscrezioni, nel maxi-emendamento approvato negli ultimi giorni dal Consiglio dei Ministri per i correttivi economici necessari a rispondere alle esigenze della crisi ed alle richieste dell'Europa, sembra trovare spazio anche la banda larga. Quello che è stato ribattezzato il "pacchetto Europa" conterrà, infatti, circa un centinaio di pagine in cui troveranno spazio una sere di misure che vanno dalle dimissioni e valorizzazione del patrimonio pubblico, (terreni, ex-caserme, ex-ospedali, immobili degli enti previdenziali ecc...), alle agevolazioni fiscali sul project financing, (vale a dire un'operazione di finanziamento a lungo termine, che consiste nell'utilizzo di una società neocostituita, la cosiddetta SPC, Special Purpose Company, la quale serve a mantenere separati gli assets del progetto da quelli dei soggetti proponenti l'iniziativa d'investimento, i cosiddetti "promotori"), sulle grandi opere, nonché misure in materia di diritti del lavoro. Inoltre in tutto ciò dovrebbe trovare spazio, appunto, il rilancio del Piano strategico nazionale per la banda larga ed ultralarga, finanziato da vecchi e nuovi fondi strutturali europei, dal fondo per lo Sviluppo e dalla Cassa depositi e prestiti. Tuttavia in realtà si tratta ancora solo di voci; infatti già si sapeva che non vi era niente di ufficiale nelle indiscrezioni, ma la Presidenza del Consiglio ha comunicato esplicitamente che: "Eventuali testi in circolazione non corrispondono a quanto esaminato ed approvato nel Consiglio dei Ministri appena concluso". Quindi l'unica cosa certa è che un testo è stato approvato e che in esso sono contenute un complesso di misure urgenti a sostegno della economia Italiana, in uno scenario di una sfavorevole congiuntura che sta investendo l'Europa, indirizzati dalle richieste della Banca Centrale Europea e dalle intese raggiunte nell'ultimo Vertice dell'Unione. Inoltre altri provvedimenti approvati nel corso della seduta dello scorso 2 Novembre comprendevano un disegno di legge per la ratifica e l'esecuzione dell'accordo fra l'Italia ed il Kazachstan sulla cooperazione in materia di lotta alla criminalità, e conprendeva, inoltre, uno schema di regolamento per riconoscere agli enti locali la possibilità di istituite un'imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive. Comunque un'altra certezza è che il testo ha la forma di un maxi-emendamento al disegno di legge di stabilità, il quale recepisce gli impegni assunti dall'attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella sua lettera all'Unione Europea del 26 Ottobre scorso. Ed, inoltre, sul punto "banda larga" sembrano esserci non poche controversie: soprattutto perché il Governo sembrava aver accantonato questa strada non ritenendo di avere i fondi e le risorse necessarie per seguirla, ed invece adesso vederla ritirare nuovamente in ballo in un momento di massimo sforzo, come quello in cui stimo vivendo, sembra, secondo molti, un po' contraddittorio. Sì è vero che proprio pochi giorni fa era stata l'azienda Assoprovider a scrivere al Ministro allo sviluppo economico, Paolo Romani, per far sì che fossero rivisti i contributi amministrativi per incentivare lo sviluppo della banda larga, con una serie di azioni che, secondo l'associazione dei provider, non peserebbe sulla spesa pubblica facilitando allo stesso tempo l'accesso di nuovi operatori e quindi nuove entrate per le casse dello Stato. Praticamente l'Assoprovider propone una serie di misure di razionalizzazione nell'utilizzo delle frequenze e di nuove forme di investimento per le NGN, (Next Generation Networking, ovvero l'evoluzione delle reti di telecomunicazioni verso una tipologia di rete integrata nei servizi). Ed, inoltre, l'Assoprovider ha affermato che: "Un nuovo imprenditore nel settore delle reti dati in una città con più di 200 mila abitanti, a causa degli attuali contributi amministrativi, per acquisire il suo primo cliente del servizio rete dati deve versare allo Stato un contributo amministrativo annuale di 55 mila euro". Per questo motivo l'associazione ha chiesto una razionalizzazione dei contributi amministrativi previsti dall'allegato 10 del D.lgs. 259/03, (Codice delle Comunicazioni Elettroniche), con l'introduzione di una nuova fascia contributiva per il settore. Ed, infine, l'Assoprovider ha sottolineato che: "La situazione attuale costituirebbe una barriera d'ingresso di nuovi operatori e quindi un ostacolo alla concorrenza". Si tratta dunque dell'ennesimo appello da parte delle associazioni di categoria affinché la banda larga sia considerata una volta per tutte una risorsa e non un peso.

Commenti