Google Music fa il suo debutto ed è subito competizione con iTunes ed Amazon.



In questi giorni tra i servizi digitali musicali ci sono state delle new entry. Infatti con il lancio del nuovo Google Music, e l'arrivo di iTunes Match negli Stati Uniti, si è aperta una vera e propria guerra tra tre servizi, tra i quali è compreso anche l'Amazon Cloud Player. E dunque adesso agli utenti sorge un dubbio: "Ma quale di questi tre può essere considerato davvero il migliore?" Una possibile risposta proviene dal web, dove ci sono vari confronti aperti a tutto campo. Infatti Google Music è gratis per tutti e permette l'accesso dal web, sia da PC che da dispositivi mobili, (quali smartphone e tablet). Inoltre la "libreria musicale" di Google Music impone un limite di 20.000 canzoni, escluse quelle a pagamento. Mentre per iTunes è necessario sborsare 24,99 dollari all'anno, dando l'opportunità di caricare fino a 25.000 canzoni, anche qui sono esclusi gli acquisti. Invece Amazon Cloud Player è gratuito per i primi 5 GB di musica memorizzata, (sempre escludendo gli acquisti), mentre per ulteriori 20 GB di memoria è richiesto un costo di 20 dollari all'anno. Tuttavia l'upload, (cioè il caricamento), è illimitato. Inoltre nel 2006 ha fatto il suo debutto l'iTunes Music Store, diventando presto il distributore numero uno di musica negli Stati Uniti. Acquistare musica in questo servizio Apple è molto facile, anche se si utilizza Windows, grazie ad un ottimo motore di ricerca ed un processo di acquisto immediato. Mentre Amazon offre una sezione del proprio sito dedicata all'acquisto di musica in formato MP3. Il problema però è che il processo di ricerca e di acquisto potrebbe apparire un po' complicato agli utenti meno esperti. Ed, infatti, per colpa di qualche passaggio poco chiaro, si rischia spesso di finire in pagine non desiderate. Invece il nuovissimo music store di Google offre un layout, (vale a dire un'impaginazione ed una struttura grafica del sito web), abbastanza simile a quello di iTunes. La differenza però consiste nella mancanza di una Shopping Cart, che costringe l'utente a dover acquistare immediatamente ciò che ha selezionato, senza avere la possibilità di raggruppare una serie di tracce contemporaneamente per un acquisto futuro. Oltretutto manca una "lista dei desideri", cosa che viene offerta dalla concorrenza. In aggiunta, secondo alcuni utenti, la navigabilità tra le pagine è a volte un po' troppo macchinosa. Comunque tutti e tre i servizi offrono la possibilità di ascoltare la musica anche in cloud, cioè senza doverla scaricare. Cosa che iTunes fa perfettamente. Infatti grazie al suo hub, (cioè un dispositivo di rete che funge da nodo di smistamento di dati), di musica centrale, è possibile visualizzare canzoni ed album indistintamente che siano memorizzati in memoria oppure nei server. Mentre Google Music ed Amazon Cloud Player danno qualche problema in più. Infatti quest'ultimo causa alcuni problemi per via di un'interfaccia macchinosa, mentre il primo appare in diverse occasioni lento quando si passa da una canzone all'altra. Tuttavia Google Music ha un grande vantaggio rispetto ai concorrenti; infatti il suo servizio di cloud listening è disponibile su qualsiasi piattaforma mobile, permettendo così una sincronia tra i vari dispositivi invidiabile. Inoltre iTunes Match è in grado di sincronizzare perfettamente il file della canzone che si vuole caricare con quelle presenti nello store. E quindi, se la canzone corrisponde, non ci sarà bisogno di caricarla. Invece Google e Amazon offrono entrambi un tool per l'upload dei file. In particolare Google Music Manager può addirittura essere sincronizzato con iTunes, in modo da poter caricare i brani memorizzati direttamente alla libreria musicale di Google. D'altro canto Amazon fa lo stesso, ma la sua applicazione ha qualche evidente problema di funzionalità, dato che non permette l'auto-sincronizzazione dei brani. I problemi per Google Music però arrivano quando si tratta di scaricare le canzoni, poiché permette di far partire il download dall'interfaccia Web della stessa traccia soltanto per due volte. Inoltre con il Music Manager non è possibile selezionare  i nuovi acquisti tra i file da scaricare o da mettere in coda automatica. Tutt'altra cosa è invece per Amazon che, oltre a presentarsi semplice da questo punto di vista, permette di aggiungere i brani direttamente alle librerie di iTunes e Windows Media Player. In aggiunta iTunes è limitato per quanto riguarda l'accesso mobile. Infatti la sincronizzazione è valida solo tra i vari dispositivi iOS, (cioè il sistema operativo sviluppato da Apple per iPhone, iPod touch ed iPad). E quindi tutti gli altri terminali vengono tagliati fuori di netto. Mentre Amazon rende le cose un tantino più semplici grazie alla presenza di un'applicazione specifica per Android ed un'interfaccia Web studiata per iPad. Ed invece Google è quello che è riesce ad offrire una sorta di "cross-platform", (ovvero una multipiattaforma), amichevole sia fra i differenti browser, sia tra i vari dispositivi, che siano iOS o Android. E quindi, da questo punto di vista, si può dire che la Mountain View abbia pensato anche alla concorrenza. Tuttavia tutti e tre i servizi hanno degli importanti pregi ed anche difetti vari. E dunque la scelta sul servizio utilizzare rimane prettamente soggettiva, anche perché gli utenti che utilizzano iOS considerano iTunes come la migliore piattaforma disponibile. Mentre gli utenti che usano Android vedono in Google Music una grande opportunità per il "cross-platforming" ed, infine, Amazon si mette quasi in mezzo, provando a suo modo ad accontentare entrambe le parti.

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