Circa 600 mila Italiani soffrono di reumatismi; soprattutto i giovani.


Con il termine non specialistico "reumatismi" si intendono disturbi medici che possono riguardare cuore, ossa, articolazioni, reni e polmoni. Mentre lo studio dei disturbi reumatici e degli interventi terapeutiche viene chiamato reumatologia. I reumatismi, nei casi più gravi, possono creare gravi problemi ai movimenti rallentando gli stessi. Le medicine più usate per combattere i reumatismi sono l'aspirina e gli analgesici in generale. Inoltre, secondo il bilancio di Giovanni Lapadula, direttore del dipartimento di Medicina interna e Medicina pubblica dell'Unità operativa di Reumatologia dell'Università di Bari, i reumatismi sono un insidia per circa l'1% della popolazione Italiana, vale a dire circa 600 mila persone, le quali hanno un vero e proprio "handicap" che limita la qualità della loro vita. Ed al contrario di quanto si possa pensare sono soprattutto i giovani a soffrirne ed in alcuni casi persino bambini ed anche neonati. Inoltre Giovanni Lapadula, recatosi a Roma per partecipare ad un incontro scientifico, ha spiegato che: "I reumatismi sono una malattia infiammatoria cronica con cui il paziente deve convivere e che spesso portano invalidità. Sul piano sociale si tratta di un fenomeno che incide moltissimo ad esempio, sulla capacità lavorativa dei pazienti e che dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione dai decisori politici". Ed ha continuato affermando che: "Dai reumatismi vanno distinti i disturbi emergenti meno gravi ma comunque molto diffusi, come "i dolori muscolo-scheletrici" derivanti dalle scorrette posture. Una volta si avevano dolori perché si andava a caccia, oggi si hanno dolori perché si sta ore ed ore seduti davanti al computer. A questi pazienti sempre giovani si aggiungono quelli con artrosi derivanti da traumi soprattutto in moto e motorino, che colpiscono in particolare le articolazioni, con sofferenza cronica derivante dall'alterazione della posizione originaria dell'osso". Inoltre all'incontro tenutosi a Roma, circa 100 specialisti si sono concentrati sulle malattie reumatiche autoimmuni. Dopo circa 10 anni di utilizzo di farmaci biologici, i reumatologi sono sempre più consapevoli del loro profilo di efficacia e sicurezza a lungo termine, non solo in base ai dati estrapolati dai diversi trial clinici, ma anche da quelli provenienti dai registri. In aggiunta gli specialisti hanno permesso di ottenere maggiori informazioni sulla vita reale, in particolare in pazienti che possono presentare co-morbidità che, non solo rendono difficile la scelta del farmaco, ma talvolta possono controindicarne l'utilizzo. L'evento, primo nel suo genere ed in corso fino a domani, ha come obiettivo quello di mettere a confronto i contributi dei diversi registri europei su tematiche di particolare interesse nel campo dell'artrite reumatoide e delle spondiloartriti. Al riguardo Lapadula ha spiegato: "Ciò significa che dall'osservazione di quello che accade nei pazienti, nascerà un nuovo modo di fare medicina; che a differenza dei trial clinici che prendono in considerazione un selezionato numero di pazienti e li osservano per un periodo di tempo limitato, la creazione di un registro europeo unificato 'Real Life' consente ora a tutti i clinici di condividere ed analizzare elementi che, applicati alla pratica clinica, permettono di fare una terapia su misura, quindi sempre più efficace". Tuttavia in Italia esiste un registro dell'associazione GISEA, (Gruppo Italiano Studio sulla Early Arthritis), che riunisce la storia clinica di 3.800 pazienti raccolti nei 25 centri autorizzati. Oggi, grazie ad una piattaforma Internet, è possibile mettere a punto un protocollo condiviso per la raccolta dei dati e dotare ogni paziente di una cartella clinica elettronica. Inoltre vedendo la storia clinica di queste persone si possono notare pazienti con ipertensione, diabetici o che assumono anche altri farmaci, (tutte situazioni che nessun trial clinico potrebbe mai prendere in considerazione).  Infine Lapadula ha affermato: "Nel corso dell'incontro i reumatologi hanno, inoltre, messo a punto un documento di consenso sui farmaci biologici con consigli ai reumatologi relativi alle differenze fra diversi medicinali, alla sicurezza ed a nuovi dati che a quanto pare aprano alla possibilità di somministrarli anche in presenza di un'epatite C ed addirittura di una gravidanza".

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