WntA, il gene "pittore" che dipinge le ali delle farfalle.


A quanto pare le ali delle farfalle sono un capolavoro dell'evoluzione creato in quasi 60 milioni di anni da un solo gene "pittore" che ha deciso disegni e colori per le varie specie; o almeno questo è quanto ha scoperto un gruppo internazionale di ricerca, coordinato da Arnaud Martin, della George Washington University, e da Robert Reed, della Cornell University, i quali hanno utilizzato la famosa tecnica Crispr-Cas9, (una sorta di "taglia-incolla" del DNA), per spiegare il ruolo di questo gene. In pratica lo studio, condotto presso lo Smithsonian Tropical Research Institute di Panama, è stato pubblicato sulla rivista PNAS e potrebbe aprire interessanti prospettive anche per la ricerca sull'evoluzione del corpo umano, cervello incluso. Al riguardo lo stesso Arnaud Martin ha spiegato: "Sappiamo perché le farfalle hanno bellissimi disegni colorati e quale sia la loro funzione: solitamente questi servono per la selezione sessuale, per trovare un partner oppure è una forma di adattamento, per proteggersi dai predatori. Ciò che è davvero misterioso è invece come sia possibile disegnare questi punti e queste strisce, come si generi questa complessità ed in che modo sia stata regolata una determinata caratteristica nei lunghi tempi dell'evoluzione". O così era finora, in quanto, come già anticipato, durante la suddetta ricerca gli scienziati hanno modificato il DNA di 7 specie di farfalle, (tra cui la farfalla monarca, famosa per l'accesa tinta arancione; oltre che per le migrazioni epiche che compie tra Nord e Centro America), con la suddetta tecnica, (ovvero la più in voga per la modificazione genetica di precisione e che è praticamente universale, nel senso che sembra funzionare in tutti i tipi di organismi viventi), in modo da rimuovere il gene WntA, che negli insetti controlla lo sviluppo delle varie parti del corpo, scoprendo che senza di esso i tipici disegni delle ali delle varie specie di farfalle venivano alterati. Entrando un po' più nei dettagli, i ricercatori hanno osservato come a seguito dei loro esperimenti molti esemplari si siano sbiaditi, fino a somigliare a delle foto in bianco e nero, e come in una specie, (ossia la Junonia coenia), il nero si sia illuminato con un tocco blu iridescente; inoltre anche i motivi delle ali risultavano cambiati. In tal proposito Arnaud Martin ha, infine, concluso precisando: "La Crispr ci ha permesso non solo di capire che con l'evoluzione questo gene ha assunto molteplici ruoli nella stessa specie, ma attraverso un massiccio confronto tra diverse specie ci ha permesso di capire che i diversi schemi seguiti dall'evoluzione sono variazioni di un unico tema comune. Questa ricerca è fondamentale, perché si tratta di capire da dove e come siamo arrivati fin qui. In un certo senso l'ala di una farfalla è come una tela bianca dove chiazze di cellule si sviluppano per uno specifico obiettivo, e questo vale anche per la nostra anatomia. Per fare cervelli complicati, ad esempio, servono schemi differenti. Quello che non sappiamo è come si sviluppino. Ed è qui che entrano in gioco le farfalle".

Di seguito alcune immagini:
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