Dimostrato che con il maltempo i dolori fisici si sentono di più.


Sarà capitato a molti, soprattutto con l'arrivo del maltempo, di avvertire un maggior dolore in una determinata pare del corpo, (magari alle articolazioni o qualche vecchia frattura/cicatrice). Ebbene, secondo un recente studio dell'Università di Manchester, (condotto nell'ambito di un progetto tuttora in corso intitolato "Cloudy with a Chance of Pain", ed i cui risultati sono stati presentati in questi giorni al British Science Festival), esiste un nesso tra cattive condizioni climatiche e l'accentuarsi del dolore in persone che soffrono di una qualche forma di dolore cronico: un problema di enormi dimensioni di natura sanitaria, sociale ed economica. Difatti a soffrirne sono circa 80 milioni di europei, (equivalente ad un adulto su cinque), e nel 63% dei casi si tratta di dolore alla schiena; seguito, appunto, da dolore reumatico ed alle articolazioni. Inoltre, nonostante i progressi nel campo medico, ancora oggi spesso il trattamento è inadeguato: i costi diretti ed indiretti complessivi della gestione arrivano quasi al 3% del rendimento economico europeo totale. Insomma, si tratta di un dolore che, secondo la suddetta ricerca inglese, non è sempre uguale durante l'anno: il picco lo si raggiunge quando le condizioni metereologiche sono, appunto, avverse. In pratica, coordinata da Will Dixon, epidemiologo e reumatologo dell'ateneo britannico, la ricerca in questione finora ha coinvolto 9.000 persone, ai quali è stato chiesto di scaricare un'apposita applicazione sul proprio smartphone, la quale serviva loro per tenere un "diario digitale" della loro condizione dolorosa, giorno per giorno. Inoltre questa applicazione redigeva automaticamente un diario delle condizioni meteorologiche della località di residenza del singolo volontario ed incrociava i dati meteo giornalieri con quelli sull'intensità del suo dolore. È stato in questo modo che i ricercatori hanno visto chiaramente che nei giorni più piovosi, (o comunque di cielo grigio), il dolore di cui soffriva ciascun volontario aumentava. Certo molto probabilmente si tratta di una scoperta abbastanza scontata, considerando che diverse precedenti ricerche, (tra cui anche quella del 2014 ad opera degli scienziati dell'Istituto di Psichiatria del Policlinico Gemelli), avevano indagato gli effetti del tempo sulla quotidianità arrivando alla conclusione che esistono persone meteorosensibili o meteoropatiche: nel primo caso, quando cambia il tempo si è soltanto più vulnerabili a disturbi; mentre il vero meteoropatico ha un calo sostanziale della qualità di vita. Ad ogni modo il problema vero è quanto questo malessere compromette la quotidianità: sentirsi un po' più giù o assonnati quando il tempo è brutto è assolutamente normale, ma non riuscire ad alzarsi dal letto o avere una ricaduta dell'artrosi che impone un'assenza dal lavoro è patologia. Al riguardo i ricercatori dell'istituto romano avevano spiegato: "Quando le condizioni meteorologiche cambiano l'organismo deve adattarsi e subisce perciò uno "stress". Chi è sano non ne risente, chi è più vulnerabile non riesce a compensare l'alterazione e manifesta disagi". Insomma, si tratta di un dato perfettamente in linea con quanto scoperto dagli scienziati inglesi, i quali hanno dimostrato che, come già spiegato, esiste un nesso scientificamente provato tra le cattive condizioni climatiche e l'aumento del dolore in chi ne soffre già.

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