Realizzata la prima sedia a rotelle controllata con il pensiero da una scimmia.


Di recente per la prima volta nella storia una sedia a rotelle robotica è stata controllata dal pensiero, durante un'esperimento condotto su alcune scimmie dai ricercatori della Duke University, (gli stessi che in passato avevano già creato l'esoscheletro con interfaccia neurale che aveva dato il calcio di inizio ai mondiali brasiliani del 2014), coordinati da Miguel Nicolelis ed annunciato sulle pagine di Scientific Reports, i quali sono riusciti a sviluppare un apparecchio in grado di raccogliere i segnali emessi da centinaia di neuroni in due aree del cervello che controllano movimento e sensazione. In pratica i ricercatori statunitensi, a partire dal 2012, hanno impiantato una serie di microelettrodi sottili come un capello all'interno del cervello di due macachi rhesus, raggiungendo, appunto, le aree responsabili del controllo degli arti e della pianificazione dei movimenti. Allo stesso tempo attraverso un cosiddetto dispositivo di brain-machine interface, (o più semplicemente interfaccia neurale), i segnali elettrici del loro sistema nervoso sono stati tradotti in comandi indirizzati ad un computer, che a sua volta controllava gli spostamenti della sedia a rotelle. In altre parole quando gli animali pensavano di muoversi verso un luogo, (ad esempio, un mobile con una coppa che contiene della frutta), la sua attività cerebrale veniva tradotta in tempo reale in un movimento della sedia a rotelle. Ad ogni modo, entrando un po' più nel dettaglio, in una prima parte dell'esperimento gli scienziati hanno fatto sedere le due scimmie sulle sedie a rotelle mentre quest'ultime venivano manovrate da un operatore; il tutto registrando i segnali neurali dei due animali: con i dati raccolti hanno elaborato un algoritmo con cui tradurre gli impulsi neurali delle scimmie in comandi da impartire alle sedie a rotelle. A questo punto, finita la fase di preparazione, i ricercatori hanno messo alla prova il dispositivo; per far ciò le due scimmie sono state collegate alle sedie e poste di fronte a delle scodelle di frutta, raggiungibili solamente muovendo le sedie con il pensiero: di fronte ad una ricompensa del genere, gli animali hanno imparato rapidamente a controllare i dispositivi. Difatti, dopo una prima fase di addestramento, i cervelli delle due scimmie si mostravano in grado di calcolare non solo i movimenti da effettuare sulla sedia a rotelle, ma anche la distanza da coprire per raggiungere la frutta. Insomma, si tratta di un risultato inaspettato, che secondo i suddetti ricercatori, lascerebbe ipotizzare che le due scimmie abbiano incorporato la sedia a rotelle all'interno del loro schema corporeo, (ovvero la rappresentazione cognitiva della posizione e dimensione del corpo e degli arti presente nel cervello); il che potrebbe inoltre aprire nuove possibilità di autonomia per le persone gravemente paralizzate. A riguardo lo stesso Miguel Nicolelis ha spiegato: "Si tratta di segnali che non erano presenti all'inizio dell'addestramento, e che sono emersi solamente quando le scimmie hanno iniziato a controllare efficacemente le sedie. È stata una sorpresa, e dimostra l'enorme flessibilità con cui il cervello può assimilare un dispositivo, in questo caso una sedia a rotelle, e le relazioni spaziali che questo dispositivo ha con il mondo circostante". Ed ha poi precisato: "Per alcune persone gravemente disabili usare una sedia a rotelle controllata da strumenti non invasivi, come un apparecchio che monitora le loro onde cerebrali attraverso elettrodi posti sulla testa, può non essere sufficiente''. Tra l'altro con un impianto intracranico gli scienziati sono riusciti ad ottenere un miglior controllo della sedia a rotelle rispetto ad apparecchi esterni. Comunque sia, sempre secondo i ricercatori, i risultati dello studio in questione dimostrerebbero l'enorme potenzialità dell'interfaccia neurale diretta, (vale a dire i microelettrodi collegati direttamente al cervello), una tecnica che, se gli studi in programma dovessero confermare i risultati raggiunti finora, potrebbe presto essere utilizzata per realizzare protesi, sedie a rotelle ed autentici esoscheletri robotici, controllabili, infine, direttamente con il pensiero.


Di seguito un'immagine che riassume un po' il tutto:
http://www.nature.com/article-assets/npg/srep/2016/160303/srep22170/images_hires/w926/srep22170-f1.jpg
...ed un breve video del suddetto esperimento:

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