La Peroni potrebbe diventere giapponese.


A quanto pare la Peroni, una delle bionde di origini italiane più famose al mondo nata a Vigevano nel 1846, quando ancora si era nel Regno di Sardegna, potrebbe cambiare padrone per diventare giapponese: l'Asahi, (la seconda azienda più grande nella produzione di birra e bibite, con sede a Tokyo), avrebbe intenzione di presentare un'offerta per acquistare il suddetto marchio italiano oltre a Grolsch, (nota azienda produttrice d birra olandese), entrambi entrati a far parte del gruppo SABMiller, rispettivamente dal 2003 e dal 2008. In pratica, secondo quanto ha riportato di recente il quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun, la proposta ufficiale è attesa nell'arco della prossima settimana e da parte dell'acquirente ci sarebbe sul piatto una cifra massima di 400 miliardi di yen, (equivalenti a poco più di 3,12 miliardi di euro). Tra l'altro, se la trattativa dovesse andare a buon segno, il gruppo Asahi, (noto per l'omonima birra che probabilmente molti consumatori italiani hanno imparato a conoscere, visto che si è diffusa di pari passo con i ristoranti di sushi e cucina asiatica), potrebbe così mettere a segno la più grande acquisizione mai realizzata da una compagnia giapponese nel settore delle bevande: supererebbe di alcuni di milioni l'acquisizione da parte di Kirin Holdings dell'australiana Lion Nathan, nel 2009. Senza contare che l'Asahi potrebbe cedere alcune delle proprie controllate europee per evitare problemi con l'antitrust di Bruxelles. Ad ogni modo la Peroni, (come anche la Grolsch), è finita sul mercato da quando la Anheuser Busch InBev ha trovato l'accordo con la SABMiller per l'acquisizione di quest'ultima: un piano da oltre 100 miliardi di dollari. Quindi per sfoltire l'immenso portafoglio che si è creato con la fusione dei due colossi, il management si è messo subito alla ricerca di potenziali acquirenti: Peroni e Grolsch sono considerati due marchi piccoli ma "premium", quindi appetibili dal mercato. Motivo per il quale la Anheuser-Busch InBev sarebbe disposta a sacrificarli per non incorrere in possibili questioni di concorrenza sul mercato europeo, dove il portafoglio di birre già include, (tra cui Corona e Stella Artois). In ogni caso, secondo alcune fonti dell'agenzia finanziaria, le trattative dovrebbero procedere a ritmo spedito per arrivare ad un accordo già a inizio Marzo. Per di più le stesse fonti avevano indicato un potenziale valore di circa 1,8 miliardi di euro per entrambi marchi, sulla base di un margine operativo lordo compreso tra 120 e 150 milioni e multipli di valutazione di 12 volte lo stesso margine. Comunque sia le compagnie giapponesi, (al di là della birra), stanno confermando la loro dinamicità fuori dai confini nazionali: da pochi mesi la Nikkei, (il maggior editore finanziario del Giappone), ha comprato il Financial Times in un'operazione da 1,32 miliardi di dollari; mentre nel 2014, sempre nel settore delle bevande, Suntory ha acquistato il produttore di whisky Beam inc., per la bellezza di 16 miliardi di dollari.

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