Anonymous Italia attacca il Ministero dell'Istruzione contro "La Buona Scuola".


Dopo il recente attacco al Ministero dell'Ambiente contro le trivellazioni nell'Adriatico, la divisione italiana della famosa legione Anonymous è tornata in azione prendendo di mira, trafugando e rendendo pubblici alcuni dump riguardanti il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, (noto ance con la sigla MIUR). Ovviamente, come di consueto, gli hacker hanno rivendicato e spiegato le motivazioni di quest'attacco in un breve comunicato pubblicato sul loro blog ufficiale, nel quale si può leggere: «Salve MIUR, Noi siamo Anonymous. Nel corso del 2015 abbiamo osservato la nascita e lo svilupparsi della "Buona Scuola", riforma scolastica entrata in vigore nel Luglio dello stesso anno. Si sono susseguite svariate manifestazioni civili di libera espressione del proprio dissenso contro il decreto, ma la vostra volontà di prevalere, schiacciare e mutare non si è fatta attendere. Avete aggredito studenti, bambini ed anziani con i vostri schiavi ed esecutori chiamate "Forze dell'Ordine". Non vi siete trattenuti nel farvi notare neanche nelle vostre aule di potere dove avete fatto approvare il decreto senza attendere dibattiti democratici leali. Avete trasformato il lavoro in schiavitù e ricatto, con obbligo di allontanamento dai propri affetti, ed avete cercato di comprare il consenso elettorale regalando 500 euro ad insegnante. Ad oggi le uniche cose che ha portato tale decreto sono stati solo gli scandali mediatici, i crolli e strutture in situazioni instabili, questo ha modificato l'istruzione da mentale e professionale ad una fisica per sopravvivenza». Ad ogni modo anche in questo caso gli hacker di Anonymous Italia hanno concluso, (oltre che con alcuni screenshot e con la pubblicazione dei link in cui reperire, appunto, i suddetti dump), con la promessa di futuri e più severi attacchi. Difatti il comunicato in questione si chiude, infine, con le parole: «Per tali motivi siamo lieti di comunicarvi che abbiamo fatto visita nei vostri database, e siamo intenzionati a ritornarci per intraprendere azioni di giustizia nei confronti di chi cercate di sopprimere».

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