RTS,S, il primo vaccino contro la malaria approvato dall'EMA.


Si chiama RTS,S e si tratta di un vaccino sviluppato inizialmente dalla Walter Reed Army Institute of Research, (nota anche con la sigla WRAIR), negli anni '80 e poi portato avanti dalla GlaxoSmithKline, (conosciuta anche con la sigla GSK), con il contributo finanziario della Fondazione Gates allo scopo di combattere la malaria, il quale in questi giorni è stato approvato dall'Agenzia Europea per i Medicinali, (nota anche con la sigla EMA): il vaccino adesso prenderà il nome commerciale Mosquirix. Tra l'altro la GSK si è riservata un ricarico del solo 5% rispetto al costo di produzione, che sarà investito in ulteriori ricerche sulla suddetta malattia infettiva. Tuttavia, sebbene prometta bene, il vaccino in questione sembra essere più un punto di partenza che di arrivo per la ricerca contro la malaria: i risultati ottenuti non sono certo paragonabili a quelli associati ad altri vaccini dediti, ad esempio, a contrastare la diffusione della poliomielite o del morbillo. Difatti il vaccino RTS,S non riesce a garantire una protezione totale nei confronti del  Plasmodium falciparum, il principale parassita responsabile della malaria: i dati relativi alla sperimentazione condotta su 16.000 bambini di diversi Paesi africani, (dove la malattia in questione è più diffusa), hanno indicato un livello di immunizzazione del 46% nella fascia d'età 5-17 mesi; mentre nei bambini più piccoli i risultati sono risultati essere ancora più bassi. In pratica, come già anticipato, nonostante questo vaccino sia frutto di un lungo percorso di ricerca e lavoro, (appunto, oltre 20 anni), ancora deve essere fatto molto perché risulti molto più efficace; anche se attualmente si tratta del primo vaccino contro la malaria a raggiungere un livello così avanzato durante la sperimentazione e dell'unico che al momento può contare sull'approvazione dell'EMA e puntare così ad una commercializzazione. Al riguardo il professor Brian Greenwood, uno dei ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine coinvolti nella ricerca si è detto un po' deluso dai risultati del trial, dichiarando: "Pensavo che il vaccino RTS,S potesse rivelarsi più efficace, anche se non avremmo mai potuto raggiungere l'efficacia del 97% tipica di altri vaccini". Ad ogni modo, come hanno spiegato i ricercatori, questa scarsa efficacia dipende dalla natura del parassita che causa la malaria, il quale mostra un ciclo vitale davvero complicato da interpretare rispetto ad altri agenti infettivi. Non a caso la sperimentazione ha evidenziato un progressivo calo della capacità del vaccino di proteggere i bambini dal parassita in questione: neppure utilizzando i richiami gli scienziati sono riusciti a garantire la stessa efficacia associata alla prima somministrazione. Tuttavia, secondo lo stesso Brian Greenwood, il livello reale di protezione può attestarsi attorno al 30%: un dato che in ogni caso risulterebbe inedito per questo genere di profilassi. Comunque sia in tal proposito il professore inglese ha spiegato: "L'aspetto più preoccupante è piuttosto un altro: dopo 20 mesi, i bambini vaccinati che non avevano ricevuto il richiamo mostravano un rischio di infezione aumentato rispetto ai bambini che non erano stati vaccinati". Mentre il professor Mike Turner, del Wellcome Trust, ha, infine, concluso dichiarando: "Sebbene i livelli di protezione offerti dal vaccino possono sembrare relativamente bassi, si tratta comunque del risultato migliore che abbiamo a disposizione finora. Si tratta anche di un buon punto di partenza per cercare di sviluppare in seguito vaccini migliori".

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