Effettuato il primo trapianto di pene al mondo.


Di recente un team di chirurghi sudafricani del Tygerberg Hospital di Cape Town e dell'Università di Stellenbosch ha fatto sapere di aver portato a termine il primo trapianto di pene al mondo, grazie ad un'operazione durata 9 ore e condotta su un ragazzo di 21 anni, (la cui identità è rimasta anonima per questioni etiche), a cui tre anni fa era stato amputato il proprio organo riproduttivo a causa di una circoncisione finita male. In pratica, secondo quanto riportato sul The Guardian, il primo a diffondere la notizia in questione: «L'intervento è avvenuto lo scorso Dicembre ed ad oggi il ragazzo ha riacquistato sia le funzioni urinarie che quelle sessuali». Al riguardo il professor Jimmy Volmink, presidente della Facoltà di Medicina e Scienze della Salute della suddetta università, ha dichiarato: "Il Sud Africa resta all'avanguardia del progresso medico. Questa procedura è un altro eccellente esempio di come la ricerca medica, il know-how tecnico e l'assistenza centrata sul paziente possono essere combinati nel tentativo di alleviare le sofferenze umane. Esso mostra ciò che può essere raggiunto attraverso partnership efficaci tra le istituzioni accademiche e di servizi sanitari del governo". Mentre André van der Merwe, responsabile dell'unità di Urologia della stessa università, ha spiegato: "Il nostro obiettivo era quello di avere un risultato positivo dopo due anni, ma siamo molto sorpresi e soddisfatti di aver avuto un riscontro così presto". Difatti in realtà un intervento del genere era già stato effettuato nel 2006, in Cina, ma tuttavia in quel caso l'organo trapiantato era stato rimosso dopo pochi giorni per via di un'infezione. Ad ogni modo l'operazione in questione è stata eseguita lo scorso 11 Dicembre, (e resa nota soltanto in questi giorni), dopo una pianificazione ed una preparazione iniziata nel 2010 e dopo approfondite ricerche, utilizzando alcune tecniche prese in prestito dai trapianti facciali, soprattutto per quanto riguarda la riconnessione dei vasi sanguigni e dei nervi più piccoli, e rientra in un progetto pilota che dovrebbe portare questa stessa procedura in tutti gli ospedali sudafricani, dove più di 9 pazienti riceveranno trapianti del pene. In tal proposito André van der Merwe ha spiegato: "Abbiamo utilizzato lo stesso tipo di intervento di chirurgia microscopica per collegare i piccoli vasi sanguigni e nervi, ed anche la valutazione psicologica dei pazienti era simile". Oltretutto il professor Frank Graewe, capo della Divisione di Chirurgia Plastica Ricostruttiva, ha affermato: "Si tratta di un enorme passo in avanti. Abbiamo dimostrato che si può fare. Si può dare a qualcuno un organo che ha la stessa funzionalità di quello che aveva precedentemente. È stato un privilegio essere parte di questo primo trapianto di pene di successo nel mondo". Mentre Beth Engelbrecht, capo del Western Cape Government Health, (noto anche con la sigla WCGH), ha dichiarato: "Il WCGH è molto orgoglioso di far parte di questo risultato scientifico innovativo. Siamo orgogliosi del team medico, che formano anche parte del nostra organico al Tygerberg Hospital. È bene sapere che la vita di un giovane uomo è stata significativamente modificata con questa impresa chirurgica molto complessa. Per esperienza sappiamo che le disfunzioni del pene e le deturpazioni hanno un effetto molto negativo dal punto di vista psicologico sugli uomini". Inoltre lo stesso André van der Merwe, ha proseguito affermando: "Vi è una maggiore necessità in Sud Africa per questo tipo di procedura rispetto al resto del mondo, in quanto molti giovani uomini perdono i loro peni ogni anno a causa di complicazioni da circoncisione tradizionale". Infatti sebbene non ci siano stime ufficiali in merito, uno studio ha riportato fino a 55 casi solo nel Capo Orientale, e gli esperti stimano fino a 250 amputazioni ogni anno in tutto il Paese, (dovuti probablmente anche ai vari brutali rituali). Al riguardo André van der Merwe ha concluso dichiarando: "Si tratta di una situazione molto grave. Per un giovane di 18 o 19 anni la perdita del pene può essere profondamente traumatica. Non ha necessariamente la capacità psicologica di elaborare il tutto. Ci sono rapporti anche di suicidio tra questi giovani. Gli eroi in questo caso per me sono il donatore e la sua famiglia. Hanno salvato la vita di molte persone, perché hanno donato il cuore, i polmoni, i reni, il fegato, pelle, cornee, e poi il pene". Insomma, si tratta di procedura potrebbe eventualmente essere estesa anche agli uomini che hanno perso il pene a causa di un cancro oppure, infine, come trattamento di ultima istanza per una grave disfunzione erettile a causa di effetti collaterali del farmaco.

Di seguito alcune immagini illustrative:
http://images.dailytech.com/nimage/South_Africa_SU_Penis_Transplant_Diagram_1_Wide.jpg
 http://images.dailytech.com/nimage/South_Africa_SU_Penis_Transplant_Diagram_2_Wide.jpg

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