Scoperto che il veleno di serpente potrebbe salvare la vita ai cardiopatici.


Un vecchio detto recita: "non tutto il male vien per nuocere"; e non è la prima volta che in medicina, (soprattutto in quella antica ed orientale), un prodotto nocivo venga sfruttato a basso dosaggio per fini terapeutici. Come è emerso di recente per il veleno mortale del serpente Taipan, (denominato anche con il nome latino Oxyuranus), vale a dire un rettile tipico dell'Australia lungo più di 3 metri che possiede uno dei veleni più tossici al mondo: in grado di uccidere una persona in soli 30 minuti. Tra l'altro il Taipan è considerato il terzo serpente più velenoso al mondo, perché con un solo morso potrebbe uccidere circa 100.000 topi. In pratica il motivo per cui questo rettile rappresenta una minaccia così importante è proprio il suo veleno che interferisce con la coagulazione del sangue: la vittima, nel giro di pochi minuti, comincia ad avere emorragie mortali. Tuttavia un nuovo studio ne ha messo in luce la potenzialità di salvare vite umane; infatti di recente i ricercatori del Q-Sera dell'Università del Queensland sono stati in grado di sviluppare una particolare tecnologia di coagulazione da utilizzare nelle provette durante il prelievo del sangue. Il che, secondo il dottor Goce Dimeski, autore dello studio, potrebbe essere sfruttato durante gli esami del sangue di alcuni pazienti cardiopatici; infatti ha spiegato: "Il veleno di serpente ha la capacità di interferire con la coagulazione del sangue, la quale per ottenere il siero per le prove patologiche è un grosso problema, in particolare per i pazienti in terapia con anticoagulanti, tra cui pazienti cardiopatici". Ed ha poi aggiunto: "Il problema degli anticoagulanti è che possono sballare un esame del sangue. Se il test del sangue non è preciso, ottenere il giusto equilibrio del farmaco può essere difficile, causando disagio per i pazienti, con un costo maggiore per il contribuente a causa del fatto che è necessario ripetere il test". Tuttavia il progetto dei ricercatori è molto costoso, motivo per il quale il Medical Research Commercialisation Fund, (spesso abbreviato con la sigla MRCF), del governo del Queensland ha deciso di finanziarlo per tre anni con ben 990,000 dollari. Al riguardo Ian Walker, Ministro per l'Innovazione del Queensland, ha dichiarato: "Spesso ci vuole tempo prima che le scoperte mediche di cui potrebbero beneficiare di migliaia di persone siano disponibili in commercio, ma il governo del Queensland vuole accelerare il tutto. Vogliamo trasformare grandi idee in grandi opportunità a differenza del precedente governo laburista, che ha lasciato languire il settore di ricerca ed innovazione del Queensland. Questo governo si rende conto che la ricerca e l'innovazione sono vitali per la nostra futura crescita economica e prosperità, e sostiene la nostra promessa elettorale di coltivare un economia a quattro pilastri". Mentre Lawrence Springborg, Ministro della Salute, ha concluso spiegando: "Questo tipo di lavoro pionieristico è un altro esempio dei ricercatori di livello mondiale e le strutture che stiamo sostenendo in Queensland. Due dei beneficiari del MRCF sono l'Università del Queensland e la Queensland Health start-up Q-Sera". Insomma i presupposti sono buoni, il supporto finanziario c'è, quindi adesso non resta altro che attendere che lo studio vada a buon fine e vengano, infine, creati rimedi e farmaci adeguati.

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