Haribo e le caramelle "razziste" ritirate dal mercato scandinavo.


Tutti, golosi e meno golosi, bambini ed adulti, conosciamo le Haribo, famosissime caramelle di ogni tipo, gusto, forma e colore, prodotte dall'omonima azienda tedesca e distribuite un po' in tutto il mondo. E bene, a quanto pare in questi giorni un particolare tipo di queste famose caramelle sono finite sotto accusa in alcuni Paesi e la Haribo si è vista di fatto costretta a ritirarle dal mercato. In pratica a finire sotto inchiesta sono state le caramelle contenute nella confezione "Skipper mix": si tratta di liquirizie che ritraggono maschere tribali africane, asiatiche e dell'America del Sud e che vorrebbero rievocare i Paesi esplorati dal capitano di una nave, (ovvero quello raffigurato sulla confezione; visibile qui), in giro per il mondo. In poche parole la Haribo, dopo la valanga di accuse di razzismo, (che, secondo il sito svedese Nyheter24, sarebbero iniziate lo scorso Dicembre), da parte dei consumatori scandinavi, particolarmente sensibili al cosiddetto "politicamente corretto", ha deciso che d'ora in poi le caramelle in questione, (visibili qui), non saranno più vendute in Svezia e Danimarca. Tuttavia la nota azienda produttrice di dolciumi ha precisato che il pacchetto "Skipper mix" continuerà ad essere venduto sia in Svezia che in Danimarca, però nella confezione non saranno più presenti le liquirizie "incriminate". Al riguardo Ola Dagliden, responsabile Haribo in Svezia, ha spiegato: "Comprendiamo le critiche e riteniamo essenziale ascoltare la voce dei consumatori"; da qui la decisione di eliminarle le liquirizie a forma di maschere tribali dalle suddette confezioni. Ad ogni modo la Svezia non è del tutto estranea a polemiche di questo genere; infatti lo scorso Novembre i grandi magazzini Åhléns si sono visti costretti a ritirare un catalogo che ritraeva dei manichini dalla pelle scura e labbra rosa. mentre nel 2012 il quotidiano Aftonbladet aveva scritto che un decimo delle biblioteche comunali svedesi non volevano avere nei loro scaffali i fumetti con le vignette di "Tintin in Congo", poiché molto criticate nel Paese scandinavo. Inoltre è indimenticabile, a causa delle immagini che hanno fatto il giro del Web, l'"incidente" accaduto sempre nel 2012 alla ministra della cultura Lena Adelsohn Liljeroth durante una mostra contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili: una torta raffigurante una caricatura di una donna nera nuda, (come se ne facevano negli anni '30 e facente parte del progetto Afromantics), di cui la ministra aveva disinvoltamente tagliato una fetta proprio nelle parti genitali. Il che ha rappresentato un episodio che aveva gettato nello scandalo l'intera Svezia, e portato alle della ministra dimissioni per gaffe ritenute d'impronta razzista. E senza contare, infine, lo scandalo che, seppur ad un livello diverso, portò al "patibolo" uno dei suoi esponenti economici più potenti del Paese: quel famoso Ingvar Kamprad, fondatore dell'IKEA, che fu militante filonazista in gioventù e che è stato accusato a più riprese di perduranti simpatie di estrema destra.

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