Trasformare l’attività cerebrale in "musica" per identificare le crisi epilettiche.


Si sa, l'epilessia provoca ripetutamente improvvisi e brevi cambiamenti nell'attività elettrica del cervello, che a loro volta procurano vari sintomi. Infatti nel corso di una crisi epilettica, le cellule del cervello diventano incontrollabili e la loro velocità aumenta di circa quattro volte, provocando i cosiddetti "sequestri", che a loro volta influenzano temporaneamente il modo in cui una persona si comporta, si muove o pensa. Inoltre una delle cose un po' più problematica è che questi attacchi possono manifestarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo spesso senza preavviso, poiché non possono essere previsti in alcun modo. O almeno così era finora; infatti a quanto pare di recente Chris Chafe e Josef Parvizi, due studiosi dell'Università di Stanford, hanno pensato di mettere a punto ad una sorta di stetoscopio in grado di trasformare le attività cerebrali di persone affette da epilessia in "musica", appunto, in modo da individuare questi "sequestri". In pratica utilizzando degli elettrodi per sfruttare l'attività elettrica di alcuni pazienti, Chris Chafe, (professore di musica), e Josef Parvizi, (neurologo), hanno creato un audioelettroencefalogramma, (noto anche on la sigla EEG), per registrare sia l'attività cerebrale normale, sia un "sequestro". Al riguardo il professore di musica ha spiegato: "In questo modo abbiamo scoperto che, durante la manifestazione di un "sequestro", i toni diventano più pronunciati ed il loro ritmo diventa caotico, tanto da poter essere riconosciuti ad "orecchio nudo" con la stessa sensazione che si ha girando la manopola di una radio da una stazione all'altra". Dunque, dal momento che alcune crisi epilettiche possono verificarsi senza immediati sintomi comportamentali, Chris Chafe e Josef Parvizi si sono posti una domanda: "E se queste registrazioni in tempo reale delle attività cerebrali venissero utilizzate dagli operatori sanitari su persone con epilessia per riconoscere anche attacchi non evidentemente rilevati?". Ed è stato proprio da questa intuizione che i due studiosi hanno ben pensato di costruire un "stetoscopio per il cervello" che sia in grado di registrare un fenomeno cerebrale patologico in atto. Ad ogni modo, dopo aver condotto i dovuti test, Chris Chafe e Josef Parvizi hanno progettato di lanciare una versione di questo "stetoscopio del cervello" il prossimo anno presso il Cantor Arts Center dell'Università di Stanford, dove i visitatori potranno provare in prima persona il dispositivo.

Di seguito potete ascoltare il primo risultato del suddetto stetoscopio:

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