Secondo una nuova teoria, a far estinguere i dinosauri sarebbero state le farfalle.


Da sempre gli scienziati di tutto il mondo si interrogano su chi possa aver fatto estinguere i dinosauri, e finora la teoria più avvalorata è stata, (ed è), quella della caduta di un grande asteroide. Tuttavia, (come era stato fatto sapere in passato), sembra che il "colpevole" non sia un asteroide, e nemmeno i vulcani, ma, secondo recenti affermazioni, a far estinguere i dinosauri pare siano state le più insospettabili e miti fra le creature: le farfalle. In pratica a diffondere questa nuova teoria è stato un libro appena uscito negli Stati Uniti, (intitolato My beloved Brontosaurus), in cui lo scrittore Brian Switek, tra le altre cose, mette giocosamente in fila le varie teorie avanzate nei decenni per spiegare l'improvvisa dipartita di quelli che all'epoca erano considerati "i boss della terraferma". In sostanza, come viene spiegato nel libro: «Fra i 66 ed i 65 milioni di anni fa sembra che il pianeta fosse un coloratissimo svolazzare di lepidotteri, ed in quel giardino lo sgraziato incedere dei dinosauri doveva certo apparire come una grossolana stonatura. Con gli uccelli presentatisi in ritardo nella storia dell'evoluzione, sostiene l'autore della teoria Stanley Flanders, le farfalle si trovarono gioiosamente libere da qualunque predatore. Ed iniziarono a moltiplicarsi senza freni. Il movente del delitto, in un'epoca in cui era tanto facile fare la fame, è probabilmente alimentare. Come i dinosauri, i bruchi sono infatti vegetariani. Ed è vero che i mastodontici rettili avevano mascelle enormi. Ma i lepidotteri potevano contare su un'arma invincibile: il numero. A furia di rosicchiare foglie, avrebbero dunque ridotto brontosauri & Co. all'indigenza, facendoli estinguere con i crampi allo stomaco». E dunque a spiegare uno dei più grandi dilemmi di sempre non sarebbe l'"artiglieria pesante" di asteroidi e vulcani, ma la mancanza di cibo causata, appunto, dall'innumerevole presenza dei suddetti insetti. Tuttavia, secondo molti, questa teoria difficilmente sarà presa in seria considerazione se non dal suo stesso autore. Ed anche se l'idea delle "farfalle sterminatrici di dinosauri" fa sorridere, il libro di Brian Switek è pieno di teorie che appaiono alquanto bizzarre. Ad esempio, secondo gli oceanografi, la colpa andrebbe data agli oceani in rapida ritirata; i climatologi accusano invece il riscaldamento del clima, (o forse una brusca glaciazione); mentre i biologi sospettano che i piccoli mammiferi dell'epoca avessero preso l'abitudine di far colazione con le uova di dinosauro. Per di più un'idea diffusa tra gli esperti di botanica è che un'erba velenosa si insinuò tra le foglie preferite dai rettili. Mentre i paleontologi, studiando i ritrovamenti fossili, suggeriscono che qualcosa non torna nella forma della schiena: probabilmente i dinosauri soffrivano di terribili ernie del disco e non erano immuni da artrite e cancro. Inoltre l'atmosfera ancora instabile faceva penetrare i raggi cosmici ed ultravioletti dallo spazio in grandi quantità, in questo modo la loro pelle si sarebbe ustionata, mentre i loro occhi sarebbero diventati opachi a causa della comparsa di cataratte. Come se non bastasse il corpo troppo sviluppato in proporzione al cervello, (rimasto minuscolo), avrebbe permesso a creature più piccole e furbe di beffare i "boss" nella ricerca del cibo. Ed, infine, non poteva mancare la teoria secondo cui, come i panda, i dinosauri ad un certo punto avrebbero perso la voglia di accoppiarsi. Comunque sia se messe tutte insieme, queste ipotesi raggiungono tranquillamente il centinaio; anche se il tempo e le ricerche hanno scartato quelle più inverosimili. Oltretutto l'estinzione di massa in questione coinvolge anche altre specie come protozoi marini, ammoniti ed alcune piante fiorite. Per questo al momento l'ipotesi più accreditata è che i vulcani molto attivi a quell'epoca abbiano riempito l'atmosfera di ceneri, causando la riflessione dei raggi solari e provocando reazioni a catena su temperatura del pianeta e livelli dei mari. A quel punto, colpendo una popolazione già in sofferenza, arrivò il meteorite nello Yucatán, lasciando come prova il cratere di Chicxulub.

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