Lo smog in Cina mette a rischio anche il famoso esercito di terracotta.


Negli ultimi mesi si è molto parlato di come l'inquinamento atmosferico stia mettendo a dura prova soprattutto gli abitanti di Pechino e Shanghai, ma anche delle zone confinanti, in particolar modo per le polveri sottili che hanno raggiunto livelli di guardia. Inoltre a quanto pare a subire i danni di una cattiva qualità dell'aria, oltre all'intera popolazione, sarebbero anche le ricchezze archeologiche del Paese. Infatti i famosi guerrieri dell'esercito di terracotta, (ovvero statue messe di "guardia" alla tomba del primo imperatore cinese Qin Shi Huang, che rappresentano una replica fedele dall'armata che aveva contribuito ad unificare la Cina e che risalenti al 209 a.c.), a causa dello smog sarebbero soggetti al trasudamento ed a delle crepe che si notano su alcuni di loro. E dunque questo grande esercito, (composto dai 6.000 e gli 8.000 soldati a grandezza naturale vestiti con corazze in pietra e dotati di armi, anche se poche poiché furono saccheggiate dalla dinastia Han; e scoperto per caso a XìAn, capoluogo dello Shaanxi, nel 1974 da un agricoltore mentre era intento a realizzare un pozzo, il quale all'epoca ritrovò: una testa di terracotta, 130 carrozze con 520 cavalli e 150 cavalli da cavalcatura), adesso rischia di diventare polvere, nonostante sia tutelato dall'UNESCO, in quanto inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità nel 1987. In pratica il problema è che il sistema di controllo ambientale usato nel mausoleo che ospita l'esercito di terracotta dal 1979, (ovvero il Mausoleo del primo imperatore Qin), uguale a quello usato in molti musei archeologici cinesi, non funziona bene; anzi potrebbe rovinare i reperti poiché pensato più per il benessere dei visitatori invece che per la tutela degli oggetti che conservano. In sostanza, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista di scienze e tecnologie ambientali della Società Americana di Chimica, si tratterebbe di una notevole concentrazione di diossido di solfuro, ossido di nitrogeno, diossido di nitrogeno ed ozono, a livelli molto alti. Insomma una sorta di "camera a gas" per i guerrieri che hanno superato indenni circa due millenni, e che adesso cominciano a dare i primi segni di cedimento a causa, appunto, degli agenti inquinanti che pare vengano diffusi da un impianto termico, posto nelle vicinanze. Difatti, come già anticipato, su diverse statue sono state riscontrare maggiori crepe, trasudazione ed uno scolorimento ulteriore dei pochi colori rimasti. Oltretutto attualmente tutti i soldati di terracotta sono conservati in una fossa aperta, chiusa in una sorta di hangar, intorno alla quale girano i turisti e dentro la quale è difficile conservare condizioni stabili di umidità e temperatura. Al riguardo Gu Zhaolin, professore dell'Università Jiaotong di XìAn, insieme ad un gruppo di altri esperti, ha pubblicato uno studio, ripreso dalla stampa cinese, nel quale fornisce una soluzione al problema. In pratica la sua idea sarebbe quella di realizzare un sistema come quello dei supermercati, dei frigoriferi senza copertura, dove la presenza di una tenda d'aria che non si può vedere ma che esiste, previene lo scambio di aria calda e fredda. In tal proposito Gu Zhaolin durante un'intervista del China Daily ha spiegato: "Questa sorta di tenda è come una barriera, come se fosse un muro di vetro. Se venisse messa anche a protezione delle statue dei guerrieri di XìAn potrebbe impedire fino al 90% degli agenti inquinanti di attaccare i reperti archeologici, preservandoli".

Commenti