A quanto pare Megaupload potrebbe ritornare online tra non molto; parola di Kim Dotcom.


Dopo che all'inizio del 2012 il famosissimo network Megaupload venne oscurato dall'FBI, è partita una lunga indagine che ha visto, e vede tuttora, protagonisti Kim Dotcom, il fondatore del network, ed i suoi soci in affari Mathias Ortmann, Finn Batato e Bram van der Kolk, che erano stati subito arrestati con l'accuse di attività di racket, riciclaggio di denaro e violazione massiva del diritto d'autore, (avendo inflitto un danno di 500 milioni di dollari per mancati profitti ai detentori dei copyright). E dunque si prospettano grossi guai per i "quattro del file hosting", (rilasciati su cauzione un mese dopo l'arresto ed attualmente agli arresti domiciliari non su suolo americano; per la precisione in Nuova Zelanda, dove si trovavano al momento dell'arresto), che adesso, se obbligati a presentarsi davanti alla giustizia americana, potrebbero rischiare fino a 50 anni di carcere. Tuttavia il processo in cui si deciderà dell'estradizione per i responsabili di Megaupload, che inizialmente era stato fissato per il prossimo 6 Agosto, è stato ufficialmente posticipato; infatti è stato rimandato alla primavera del 2013 da un giudice neozelandese. Inoltre ultimamente l'Alto Tribunale della Nuova Zelanda ha dichiarato nulla la confisca dei beni subìta da Kim Dotcom spiegando che il raid, avvenuto lo scorso gennaio nel quale il fondatore di Megaupload ed i suoi collaboratori sono stati arrestati vedendo sequestrati beni per oltre 200 milioni di dollari, è stato effettuato in maniera "prematura" e viziato da un errore di procedura commesso dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America, (noto anche con la sigla DoJ), in collaborazione con gli agenti federali che avrebbe impedito a Kim Dotcom di difendersi in maniera adeguata. E quindi a causa di queste complicazioni legali il giudice neozelandese è stato costretto a rimandare la data per il processo ai quattro imputati, che ancora non hanno ricevuto una copia delle prove incriminanti per organizzare al meglio la difesa. Difatti le autorità statunitensi vorrebbero spedire soltanto 40 pagine di materiale, vale a dire una piccola parte dei 150 Terabyte di dati ottenuti dopo il sequestro. Oltretutto si parla di oltre 22 milioni di messaggi di posta elettronica nelle mani della pubblica accusa. Al riguardo il medesimo giudice neozelandese aveva ordinato ai federali statunitensi di copiare entro poche settimane tutto il materiale utile alla formalizzazione dei capi d'accusa. Comunque Kim Dotcom continua a puntare il dito contro gli Stati Uniti, accusandoli di aver adottato una strategia attendista per evitare la creazione di una barricata legale. In tal proposito lo stesso Kim Dotcom sul suo nuovo account Twitter, (il famoso Social Network dai 140 caratteri), ha scritto: «Hanno distrutto il mio business. Hanno preso tutti i miei beni». In ogni caso la suddetta nuova data fissata dal giudice, più precisamente nel Marzo del 2013, servirà a prolungare la battaglia legale tra i vertici del network di Megaupload ed il DoJ. Anche se un giudice statunitense aveva addirittura messo in dubbio il prosieguo del processo. Nel frattempo i vertici della Motion Picture Association of America, (nota con l'acronimo MPAA), hanno negato qualsiasi tipo di coinvolgimento del vicepresidente Joe Biden nel suddetto raid dello scorso gennaio; infatti hanno spiegato che non c'è stato nessun incontro segreto con lo scopo di distruggere Megaupload, come invece ha sostenuto Kim Dotcom qualche settimana fa sempre sul suo nuovo account Twitter; e come spiegato in un intervista del TorrentFreak. Per di più, sempre secondo il fondatore di Megaupload, il suddetto incontro si sarebbe svolto per organizzare un viaggio in Cina nel tentativo di rimuovere i blocchi commerciali all'ingresso dei film made in Hollywood. Comunque Kim Dotcom sempre attraverso il suo nuovo account Twitter ha promesso la rinascita di Megaupload, scrivendo: «SOPA è morto. PIPA è morto. ACTA è morto. Megaupload tornerà più grande. Migliore. Più veloce. Libero da accuse e schermato dagli attacchi». Difatti forte delle recenti udienze a favore, Kim Dotcom ha azzardato una richiesta di risarcimento per il sequestro di Megaupload e per i danni subìti, anche se la cifra non è stata resa pubblica. Oltretutto alcune settimane fa sempre attraverso Twitter ha fatto sapere di aver ripreso in mano il progetto della piattaforma musicale Megabox attraverso la quale gli artisti potranno trattenere per sé il 90% dei ricavi aggirando le grandi etichette discografiche; infatti ha spiegato che: «Megabox rivoluzionerà l'industria della musica». E quindi non appena gli è stato concesso di tornare a navigare in rete, Kim Dotcom non ha perso tempo nel lanciare un nuovo progetto dichiarando che: "Le più grandi innovazioni sono costruite sui respingimenti".

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