Una sentenza della Corte di Cassazione ha deciso che i blog non sono da considerare "stampa clandestina".



In questi giorni attraverso quella che in molti hanno definito come una "sentenza storica" la Corte Suprema di Cassazione ha sancito che i vari blog, (*e quindi anche questo*), non dovranno essere considerarti "stampa clandestina". Al riguardo Guido Scorza, avvocato e docente di diritto delle nuove tecnologie, ha dichiarato: "Si tratta di una sentenza che ha fissato un principio". Infatti la sentenza ha stabilito che non sarà più necessario proseguire alla registrazione della "testata" presso il Tribunale della Stampa per poter gestire un blog di informazione senza il rischio di commettere il cosiddetto "reato di stampa clandestina" che era previsto dalla vecchia legge sulla stampa. In tal proposito sempre Guido Scorza ha affermato: "Si tratta di una conclusione ovvia, scontata e normale". E dunque in sostanza adesso, sostenendo che non esiste più l'obbligo di registrazione, si è anche stabilito che ai blog non saranno applicabili le vecchie discipline sulla stampa. E prima fra tutti, l'obbligo alla rettifica. Il che rappresenta una rivincita della libertà di tutti blogger, (*me compreso*). Tuttavia però in quanto a libertà di informazione, c'è ben poco da festeggiare. Difatti la suddetta sentenza potrebbe a breve esse superata da nuove leggi di cui si sta già parlando da mesi, e sulle quali anche il ministro Paola Severino si è espressa recentemente chiedendo maggior controllo sui blog. Al riguardo Guido Scorza ha spiegato: "Questa sentenza, soprattutto non convalidando le precedenti, sgretola l'ennesimo tentativo di imbrigliare l'informazione sul Web nella burocrazia pensata oltre mezzo secolo fa per i giornali in forma cartacea". Ed ha proseguito dichiarano: "D'altra parte appartiene alle stesse leggi grazie alle quali la procura della Repubblica di Pordenone sta processando Pino Maniaci di Telejato, una rete televisiva comunitaria gestita da un'associazione non profit, che adesso rischia la chiusura non potendosi trasferire sulla piattaforma digitale terrestre sulla quale la legge ammette esclusivamente le società commerciali". Inoltre il primo caso in Italia ed nel resto d'Europa è stato quello di un giornalista siciliano, Carlo Ruta, che venne condannato l'8 Maggio del 2008 dal Tribunale di Modica per aver, appunto, commesso il reato di stampa clandestina, (pronuncia confermata poi lo scorso anno dalla Corte di appello di Catania). In pratica il giornalista curava in modo discontinuo "Accade in Sicilia", vale a dire il suo blog aperto nel 2001 impegnato nel proporre investigazioni sulla finanza e la politica, oltre che su realtà criminali e mafie poco conosciute dall'opinione pubblica. Ed è stato proprio per un post pubblicato su Accade in Sicilia che un magistrato si era sentito offeso ed aveva querelato Carlo Ruta per diffamazione. E dunque il Tribunale di Modica, considerando il suddetto blog come una vera e propria testata giornalistica, (e, secondo la legge nl. 62/2001, un "prodotto editoriale" ed in quanto stampa periodica, avrebbe dovuto essere registrato presso il Tribunale competente), lo aveva condannato. Adesso però la Corte Suprema di Cassazione, con la suddetta sentenza considerata di valore storico, ha stabilito che un blog non è di per sé un "prodotto editoriale" e la figura del blogger non è sovrapponibile con quella del giornalista, e pertanto Carlo Ruta è stato assolto. In parole povere tutto ciò significa che i vari blog, e quindi anche i loro proprietari, (che essi siano giornalisti, oppure no), potranno continuare a svolgere la propria attività senza essere obbligati a registrare la testata. Il che ha rappresentato un primo passo verso una maggiore libertà del Web. Anche se le leggi che riguardano i nuovi media digitali non sono per niente trasparenti.

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