Il Garante Europeo per la protezione dati decide di bocciare l'ACTA.


In questi giorni l'ACTA, (acronomo di Anti-Counterfeiting Trade Agreement), ovvero l'accordo internazionale sull'anti-pirateria e l'anti-contraffazione, dopo essere passato sotto la decisione del Parlamento Europeo, è stato praticamente bocciato dal Garante Europeo per la protezione dati, (noto come Garante Europeo per la privacy ed anche con la sigla EDPS). E dunque, secondo quanto spiegato ieri dall'avvocato Guido Scorza sul suo blog, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea adesso sarà costretta a tenere conto di questo parere negativo nella sua valutazione finale per la Commissione Europea. In pratica i dubbi erano già chiari fin dalle prime ore, ed, infatti, la ratifica è sembrata praticamente impossibile. Oltretutto, com'è già noto, sarà necessario un voto unanime per l'approvazione dell'ACTA, ma Polonia, Cipro, Estonia, Olanda, Slovacchia e Germania si sono già schierate contro. Per di più in un documento ufficiale del Garante UE è possibile leggere: "L'EDPS comprende la legittima esigenza di garantire la tutela dei diritti di proprietà intellettuale in un contesto internazionale. Tuttavia mentre maggior cooperazione internazionale è necessaria per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, gli strumenti utilizzati per realizzare tale tutela non devono essere adottati a spese dei diritti fondamentali degli individui ed in particolare del loro diritto alla privacy ed alla protezione dei dati personali". E quindi sostanzialmente è stato riconosciuto il valore della tutela dei diritti di proprietà intellettuale ma anche quelli della privacy dei cittadini europei. Insomma ancora una volta l'iniziativa fortemente sostenuta dalle lobby industriali è risultata mancante di un adeguato bilanciamento fra le tutele dei diritti. Inoltre sempre nel suddetto documento ufficiale il Garante Europeo ha scritto: "L'ACTA manca di un adeguato bilanciamento tra tutela dei diritti di proprietà intellettuale e necessario rispetto di altri diritti e libertà fondamentali degli individui quali la libertà di manifestazione del pensiero, il diritto alla privacy, la presunzione di innocenza ed il diritto di ciascuno ad un giusto processo dinanzi ad un'Autorità giudiziaria". E successivamente nel documento si può continuare a leggere: "Molte delle misure individuate nell'Accordo nell'ambito dell'enforcement dei diritti di proprietà intellettuale nel contesto digitale potrebbero comportare il monitoraggio dei comportamenti degli utenti e delle loro comunicazioni elettroniche. Si tratta di misure fortemente invasive nella sfera privata degli individui e che, se non appositamente impiegate, potrebbero interferire con i loro diritti e libertà quali, tra gli altri, anche privacy, protezione dei dati personali e segretezza della corrispondenza". Per esempio il monitoraggio di massa delle attività online risulta in netta violazione dell'articolo 8 della Convenzione dei diritti dell'uomo, degli articoli 7 e 8 rispettivamente della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e della direttiva sulla privacy. Comunque non meno preoccupante è risultata essere la procedura di identificazione degli utenti da parte degli Internet Service Provider che verrebbe affidata a delle "Autorità competenti" e non invece esclusivamente a delle "Autorità giudiziarie". Oltretutto la violazione dei dati personali provocata dal sospetto di violazione dei diritti di proprietà intellettuale genererebbe una violazione ancora più grande se affidata ad istituzioni di carattere amministrativo, (si pensi ad esempio, in Italia alla proposta AGCOM). E quindi per questi motivi è arrivata una forte battuta d'arresto per l'ACTA ed un brusco rallentamento anche per il progetto normativo anti-pirateria che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è in procinto a varare. Infine Guido Scorza ha messo in evidenza che il suddetto documento ufficiale apporta la firma di Gianni Buttarelli, considerato il candidato numero uno per la poltrona di presidente del Garante Europeo per la protezione dati. Anche se adesso a preoccupare maggiormente gli attivisti del web è il CISPA, un nuovo accordo che si prospetta essere più pericoloso anche dell'ormai quasi abbandonato ACTA. Ma ciò non significa che quest'ultimo debba essere sottovalutato poichè, con l'apporto di qualche modifica, potrebbe essere approvato e cambiare così il mondo di Internet e non solo.

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