Scoperto che il cervello umano possiede una struttura ben ordinata, "simile alle strade di New York".



Grazie ad una recente cablatura interna del cervello umano effettuata attraverso una nuova tecnica di imaging, si è potuto vedere una sorta metropoli, (come hanno detto i ricercatori: "simile a New York"), progettata per un traffico senza ingorghi. In pratica una rete di comunicazione dalla geometria sistematica e disciplinata, formata da varie corsie multiple a livelli sovrapposti e compressa in strati tridimensionali. Inoltre con una spettacolare ricostruzione che ha evidenziato come le cellule nervose connettano le varie aree, gli scienziati si sono resi conto che di questa organizzazione niente è lasciato al caso ed hanno potuto iniziare a comprendere da cosa siano supportate le capacità cognitive umane. La suddetta ricerca, basata sulla scansione di numerosi cervelli di specie diverse di scimmie e umani, è stata pubblicata sulla rivista Science. In passato gli studi anatomici sul cervello si sono sempre limitati a tratteggiare la disposizione delle varie zone operative, dal momento che mancava il sistema per mettere in evidenza come queste fossero interconnesse. Il problema, risolto solo parzialmente dall'uso di traccianti chimici sui circuiti neurali, (vale a dire una tecnica invasiva), era essenzialmente dovuto alla corteccia cerebrale, che nascondeva la struttura delle connessioni sottostanti. Tuttavia adesso un team americano di ricercatori, coordinato da Van J. Weeden del Martinos Center for Biomedical Imaging presso il Massachusetts General Hospital hanno utilizzato un metodo di imaging chiamato a spettro di diffusione, (noto anche con la sigla DSI), ovvero un tipo di risonanza magnetica che rende in immagini l'orientamento dei tessuti fibrosi all'interno di un volume biologico. All'anzicitata risonanza magnetica sono stati sottoposti i cervelli, (prelevati dopo il decesso di quest'ultimi), di quattro specie di scimmie, (tra cui anche i macachi), e quelli di alcuni individui in vita. Le immagini ad alta risoluzione hanno mostrato fibre nervose raggruppate in nastri a loro volta organizzati secondo una griglia perpendicolare, come lo schema tessile trama-ordito; quindi niente diagonali. Oltretutto dal confronto tra le diverse tipologie di cervello, la struttura delle connessioni umane e del macaco è apparsa più articolata rispetto a quella di Galagidae ed Aotidae, (vale a dire dei piccoli primati notturni rispettivamente africani ed americani). Al riguardo Van J. Weeden ha spiegato: "Questo strumento, unico nel suo genere, ci sta portando ad apprezzare con estremo dettaglio un'architettura estremamente schematica". Ed alcuni ricercatori hanno dichiarato: "Questa struttura a griglia rappresenta un sistema naturale di coordinate, un modo per leggere il cervello come una mappa". Ed hanno proseguito sostenendo: "Il risultato offre un nuovo quadro per analizzare il cervello ad esempio, questo sistema di coordinate potrebbe essere usato per analizzare le differenze fra un cervello sano ed uno malato. Il cervello è fatto di due tipi di tessuti, materia grigia fatta di cellule nervose con specifiche funzioni e materia bianca composta da lunghe fibre che si interconnettono, chiamate anche cavi". Per di più la mappatura di questa rete potrebbe portare anche a dei meccanismi di accrescimento embrionale. Infatti è stato constatato che negli stadi precoci le connessioni cerebrali iniziano a ramificarsi lungo percorsi paralleli, (ovvero le tre direzioni dello spazio, praticamente il noto 3D), che serviranno successivamente da linee guida durante l'infittirsi delle fibre neuronali. In altre parole la configurazione delle connessioni in direzioni preferenziali potrebbe essere il risultato di una segnaletica impostata durante le prime fasi dello sviluppo. Infine Van J. Weeden ha concluso spiegando: "Abbiamo scoperto che il cervello è costituito di fibre parallele e perpendicolari che attraversano le une le altre in un modo ordinato. Scoprire questa semplice organizzazione era completamente insospettabile".

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