Arriva Iubenda, un sito creato e curato da giovani Italiani, che agevolerà l'uso e la comprenzione delle privacy policy.


Ai giorni d'oggi tutti noi ci colleghiamo ad Internet almeno una volta al giorno, visitando centinaia di siti web. Ma vi siete mai chiesti che cosa e quanto conoscono di noi i siti che visitiamo? Beh la posizione geografica, indirizzo IP, account di Facebook, (il famoso Social Network in Blu), nomi, e-mail sono alcune delle informazioni che ogni volta che ci colleghiamo ad una pagina transitano sulla rete e vengono gestiti da diverse piattaforme per molteplici scopi. Però è parecchio difficile per un utente comune risalire a tutti gli usi fatti dei suoi dati, a meno che non abbia profonde conoscenze tecniche o molto tempo da dedicare alla lettura delle "privacy policy", vale a dire quei documenti obbligatori per legge, lunghi e noiosi, inseriti spesso in link nascosti. Tuttavia a breve potrebbe porre un rimedio a questa situazione un nuovissimo sito tutto italiano. Si chiama Iubenda e, pur essendo stato lanciato da qualche ora, sembra assai promettente. Lo scopo di Iubenda, semplice ed allo stesso tempo innovativo, è quello di mostrare in una rapida schermata e con un click tutti gli usi che vengono fatti delle informazioni personali su un sito, senza spulciare documenti o doversi improvvisare avvocati. Inoltre a dimostrare che la gestione della privacy online sia un argomento delicato, sono i fatti di cronaca come ad esempio, il recente stop imposto dall'Unione Europea a Google, l'accesso ai numeri della rubrica del Social Network Path oppure anche le periodiche polemiche sulle impostazioni di Facebook. Oltretutto Andrea Giannangelo, fondatore di Iubenda, ha spiegato: "Lavorando su altri progetti mi scontravo sempre con il problema di creare una policy sulla gestione della privacy". Ed ha proseguito dichiarando: "Ormai il sistema di Creative Commons, (vale a dire la gestione dei diritti d'autore), esiste da anni, ma qualcosa di simile non c'è per la privacy e per chi lavora sul web si tratta di una enorme perdita di tempo". E dunque da un lato ci sono i gestori dei siti che percepiscono come un peso il dover spiegare l'impiego dei dati sui propri portali, e dall'altro i molti utenti che quelle spiegazioni neppure le leggono. Per di più Andrea Giannangelo ha continuato spiegando: "Noi offriamo un servizio semplice ed elegante e con pochi click si può generare una policy riferita alla normativa europea, una delle più stringenti, mentre un team legale è costantemente all'opera per monitorare eventuali modifiche, in modo che chiunque gestisca un sito non debba più preoccuparsi di questi aspetti". E molti utenti che hanno già provato Iubenda hanno dichiarato: "Il sito si è rivelato semplice da usare per chi vuole generare la propria policy e di facile consultazione per l'utente finale". Infatti la creazione di questo documento si estende attraverso un sistema di widget; in pratica basta aggiungere i servizi che il proprio sito utilizza, ad esempio il pulsante like, (in Italiano "Mi Piace"), di Facebook oppure Google analytics, (i quali prevedono l'utilizzo dell'indirizzo IP e la creazione di un cookie tramite browser), o anche uno tra gli altri 27 servizi più usati. Oltretutto il documento finale ottenuto ha due diverse visualizzazioni, ovvero quella più strettamente legale e quella semplificata che, attraverso delle icone, fa emergere subito quali dati il sito tratta e quale uso ne viene fatto di essi. In aggiunta la facilità di utilizzo ha portato Iubenda a generare solamente in un giorno già 1.500 policy, oltre che a raccogliere commenti positivi anche dalla stampa di settore anglosassone. In seguito Andrea Giannangelo ha proseguito dicendo: "Il nostro obiettivo è semplificare il mondo legale attraverso la tecnologia. E ci sono tantissime altre novità che introdurremo nei prossimi mesi". Inoltre a far ipotizzare quanto il settore possa rivelarsi promettente lo ha dimostrato poi il finanziamento di 100.000 euro ricevuto dal sito Iubenda da investitori noti nella scena tecnologica italiana come Marco Magnocavallo, Andrea Di Camillo e dal fondo Digital Investment Sca Sicar, insieme ad Advisor dPixel. Però quella di Iubenda è una vicenda che va oltre il prodotto che offre e parte proprio dal fondatore Andrea Giannangelo, uno startupper abruzzese di origine e bolognese d'adozione di soli 22 anni. Ma oltre a lui il team di Iubenda coinvolge anche Domenico Vele, uno sviluppatore di 38 anni, e Carlo Rossi Chauvenet, un avvocato trentenne, divisi tra Milano e Bologna. Infine Andrea Giannangelo ha concluso spiegando: "Nella mia esperienza il fatto di trovarmi in Italia non è mai stato un grande limite, l'ambiente italiano ha delle differenze e bisogna esser capaci di trarre vantaggio da queste. Restare in Italia non è una religione, così come non lo è andare via, ma le cose stanno cambiando a grande velocità ed il sistema ha cominciato a muoversi insieme, a sostenersi a vicenda ed a lavorare di squadra".

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