Giovanni Fava incontra Lamar Smith per discutere del FAVA, (il SOPA Italiano).


Questo pomeriggio ha avuto luogo a Washington l'incontro tra il promotore della versione Italiana del SOPA, (conosciuto come l'emendamento FAVA), ed il padre del SOPA USA, vale a dire quello originale. In pratica Giovanni Fava, autore del suddetto emendamento alla legge Comunitaria, approvato in commissione ed oggi in discussione alla Camera dei Deputati, è stato accolto quest'oggi alle 16.30 da Lamar Smith, ovvero il deputato del Texas primo firmatario della suddetta proposta di legge antipirateria online, che però è stata "messa da parte" dopo la rivolta che si è scatenata sul Web. Inoltre a ricevere la delegazione della commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale vi erano anche altri parlamentari USA, anch'essi attivissimi sul fronte della lotta alla violazione del copyright online. Al riguardo Giovanni Fava ha spiegato: "La pirateria online produce 200 miliardi di dollari di danni all'economia mondiale. L'Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di download illegale. Bisogna fare qualcosa. Anche perché qui negli USA mi hanno chiaramente detto che, se non regoliamo il settore, i dazi commerciali rimarranno altissimi". Tuttavia il suddetto emendamento, voluto del deputato della Lega Nord ed ovviamente contestato dagli internauti, è destinato ad essere colpito in aula da una pioggia di controemendamenti, alcuni presentati anche dal PdL. A questo proposito sempre Giovanni Fava ha dichiarato: "Mi stupisce molto questo cambio di linea dal momento che lunedì scorso il mio testo era passato in commissione all'unanimità e col parere favorevole del governo". Anche se a dire il vero si era limitato a fare un'osservazione sull'importanza del tema, senza entrare nel merito della proposta. In ogni caso il deputato ha continuato dicendo: "Voglio comunque precisare che il cosiddetto emendamento FAVA non impone in nessun modo la disconnessione del provider, ma lo obbliga soltanto a tener conto delle segnalazioni che riceve, assumendosene la responsabilità se decide in piena autonomia di non tenerne conto, esattamente come prevede espressamente una direttiva Europea". Tuttavia le "conferenze americane" del deputato Fava non si sono limitate a Lamar Smith, padre del tanto contestato SOPA statunitense, contestato anche dai big di Internet e forse definitivamente finito nel solaio del Congresso USA. Infatti, oltre agli incontri già fissati lo scorso Aprile, quando la missione era stata organizzata, (dove il tema principale era la difesa del made in Italy soprattutto in campo alimentare), si sono man mano inseriti anche gli appuntamenti con i deputati Tom Marino e Melvin Watt, della commissione Intellectual Property Competition and the Internet, e con Richard Hertling e David Whitney, due tra i principali promotori del SOPA. Comunque è stato lo stesso Giovanni Fava a non credere nella possibilità che l'emendamento che porta il proprio nome possa passare indenne alle polemiche che ha scatenato. Infatti per rendersene conto bastava assistere alla conferenza stampa convocata a Montecitorio da Beppe Giulietti, Flavia PerinaBenedetto Della Vedova, (facenti parte del Fli), Marco Beltrandi, (dei Radicali), Roberto Rao, (dell'UdC), Paolo Gentiloni, (del PD), Stefano Pedica, (dell'Idv), Giovanni Vernetti, (dell'Api) e Antonio Palmieri del Pdl. Tutti uniti nella contestazione alla nuova norma, ma ciascuno diversamente orientato sulla necessità di regolare il nodo del copyright online; infatti, tra i promotori dell'iniziativa, Agorà Digitale, (un'associazione radicale per le libertà digitali e su Internet), ha provato a riassumere affermando: "L'approvazione dell'emendamento dell'onorevole Fava consentirà alle multinazionali ed ai monopolisti dell'informazione e dei contenuti Italiani di mettere in piedi vere e proprie polizie del Web. Un SOPA Italiano avrà l'effetto di incentivare la rimozione selvaggia dei contenuti di siti profit o non-profit come Wikipedia, Youtube, Google oppure Facebook. Un emendamento incomprensibile considerando che nel 2002 fu proprio il Governo Berlusconi, sostenuto anche dalla Lega, ad imporre l'attuale linea che coniuga la giusta difesa del diritto d'autore con una impostazione garantista per gli utenti ed i siti web". Ovviamente l'emendamento FAVA ha anche i suoi sostenitori. Prime fra tutte sono le imprese che operano in campo musicale e cinematografico, che vengono gravemente danneggiate dalla diffusione della pirateria online. Oltretutto il presidente di Confindustria Cultura ItaliaMarco Polillo, quello di IndicamCarlo Guglielmi e quello di Federlegno-Arredo, Roberto Snaidero hanno spiegato: "La ratio l'articolo 18 della Comunitaria è condiviso da tutta la filiera dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale e industriale. L'obiettivo è agevolare la cooperazione dei soggetti su Internet al fine di contrastare la pirateria e la contraffazione. La norma sana un vizio della nostra legislazione, facendo seguito alla sentenza della Corte di Giustizia UE a cui l'Italia deve attenersi". E dunque secondo il parere delle aziende coinvolte: "Diventa sempre più urgente l'esigenza di una regolamentazione". Infatti i suddetti leader hanno proseguito dichiarando: "È evidente che solo rimuovendo gli ostacoli giuridici preesistenti si potranno favorire forme di collaborazione con i gestori di piattaforme web e dissuadere gli utenti da comportamenti abusivi ed illegittimi. La direttiva Europea all'articolo 14 prevede espressamente che il prestatore non è responsabile, a condizione che non appena al corrente del fatto illecito, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l'accesso. Ed hanno, infine, conlcuso affermando: "Chiunque può informare il prestatore dell'illeicità di fatti precisi e determinati. Invece nel nostro Paese la corrispondente previsione, (messa a punto con il Decreto legislativo 70/2003), richiede il preventivo intervento dell'autorità giudiziaria o amministrativa competente, tradendo chiaramente l'intento del Legislatore comunitario".

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